Altri 15 casi confermati nell’ultima settimana in Italia.
In tutto in Italia sono stati confermati 42 casi di infezione da West Nile virus dall’inizio di giugno al 26 luglio. Di questi, 15 soltanto nella settimana scorsa. Sono i dati che emergono dall’ultimo bollettino settimanale della sorveglianza integrata West Nile-Usutu virus dell’Istituto superiore di sanità. Inoltre, si sono registrati anche 5 decessi: 3 in Veneto, 1 in Piemonte e 1 in Emilia Romagna.
Dei 42 casi confermati, 21 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (7 Emilia Romagna, 12 in Veneto, 2 in Piemonte), 12 sono stati identificati nei donatori di sangue (3 Lombardia, 6 Veneto, 3 Emilia Romagna) e 9 sono casi di febbre (1 Lombardia, 7 Veneto, 1 Emilia Romagna). Il primo caso è stato accertato in Veneto a giugno in provincia di Padova. Al momento, sono in attesa di conferma altri 3 casi neuro-invasivi in Veneto, di cui 2 sono deceduti.
Il picco di West Nile nel 2018: i dati di quest’anno
Il virus viene dall’Africa ed è considerato dagli studiosi “imprevedibile nella sua adolescenza”. I primi casi in Italia furono riscontrati nei cavalli, nel 1998 mentre negli uomini tra Veneto e Emilia nel Delta del Po nel 2008. Il virus da allora è sempre stato presente e ha continuato a circolare con alcuni picchi. Al momento però non risulta esserci un dato allarmante dato che i dati finora registrati del 2022 sono in linea con quelli registrati negli anni scorsi. Dal 2017 infatti si monitorano i casi di West Nile in Italia e il numero più alto è stato registrato nel 2018 quando le infezioni segnalate furono 618 e i decessi 49. Al momento non si dispone ancora di un trattamento e di un vaccino per questa malattia.