Lo yacht di Putin in Toscana

Lo yacht di Putin in Toscana

Uno yacht da 700 milioni di euro ormeggiato al porto di Massa Carrara potrebbe essere di Vladimir Putin.

Secondo un’indagine in Toscana c’è uno yacht da 700milioni di euro extralusso che potrebbe appartenere a Vladimir Putin. L’ultima geolocalizzazione lo vede ormeggiato nel porto di Massa Carrara. Lo yacht chiamato “Scheherazade” è stato oggetto di un’inchiesta del New York Times di inizio marzo. L’inchiesta del quotidiano americano sosteneva, basandosi su fonti di intelligence americane, che lo “Scheherazade” sarebbe di Vladimir Putin. Ma questa ipotesi è stata smentita dalla società italiana che lo ha in gestione al porto, The Italian Sea Group. “In funzione della documentazione di cui dispone e a seguito di quanto emerso dai controlli effettuati dalle autorità competenti, dichiara che lo yacht Scheherazade, attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è riconducibile alla proprietà del presidente russo Vladimir Putin“.

L’inchiesta della Fondazione Navanly

A fare altre indagini è stata la Fondazione Anticorruzione di Alexey Navalny, coordinata da Maria Pevchikh e Georgy Alburov. La Fondazione ha studiato la composizione dell’equipaggio completamente russo. Questi sarebbero per la maggior parte agenti del Fso, il Servizio di Guardia Federale della Russia, lo speciale servizio segreto presidenziale a cui è affidata la sicurezza del presidente russo. Questo dimostrerebbe che lo yacht potrebbe appartenere a Putin.

“C’è tutta la quintessenza di Putin in questa ipocrisia. Ha perso così tanto il contatto con la realtà che non solo acquista uno yacht da tre volte il valore del budget annuale della regione di Kaluga, ma invia anche i militari del Servizio federale di protezione su questo folle yacht” dicono dalla Fondazione Navanly. “Conosciamo da tempo la regola principale di Putin: rubare, ma non registrare nulla a proprio di nome” dicono Alburov e Pevchikh. Chiediamo il sequestro immediato e la confisca dello yacht, nonché la divulgazione dei documenti: chi, quando e come ha pagato per questa nave. Perché lo ha fatto con i nostri soldi. Soldi rubati a pensionati. A insegnanti e medici. Ai soldati che vengono ingannati per morire e uccidere in Ucraina” concludono.

Trovandosi in Italia, la Fondazione ha consegnato la documentazione dell’inchiesta al governo italiano. Al nostro esecutivo tocca decidere se sequestrare lo yacht o meno.