Condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Bossetti torna a parlare dal carcere in una lettera molto forte.
Al netto della bocciatura della richiesta di ulteriori analisi per i reperti del caso Yara Gambirasio, Massimo Bossetti, l’uomo accusato dell’omicidio della giovane ragazza, non ha perso la fiducia. Anzi. Dal carcere, dove deve scontare l’ergastolo, l’uomo ha scritto una lunga lettera, inoltrata alla trasmissione Iceberg Lombardia di Telelombardia.
Yara Gambirasio, la lettera di Bossetti
Bossetti non ha fatto giri di parole nella sua lettera e, ancora una volta, si è professato innocente respingendo ogni accusa sull’uccisione della povera Yara: “Sono fiducioso e ottimista che prima o poi, pure sul mio caso come è avvenuto per Rosa e Olindo, possa accadere allo stesso modo. Non ho mai perso fiducia nella giustizia, purtroppo si sa che è lunga e lenta, ma la verità prima o poi viene portata alla luce”, ha detto.
Dalla cella del carcere di Bollate, nel milanese, l’ex muratore ha proseguito: “Ci sono tanti casi di cronaca che agli occhi di tutti sono rimasti colmi di incertezze e di piste alternative mai prese in considerazione, ma non bisogna perdere la fiducia: non per niente esiste un organo di revisione nella giustizia che ci permette di vagliare dubbi, anomalie e incongruenze mai risolte durante le fasi processuali all’epoca dei fatti”.
La vita in carcere di Bossetti
Dovendo scontare l’ergastolo, Bossetti ha iniziato una vera e propria vita in carcere. A raccontarlo è ancora il diretto interessato.
“Partecipo da anni ai concorsi di cucina dedicati ai carcerati, anzi partecipo a tutti i bandi esposti in biblioteca: concorsi letterari, artistici e culinari. Partecipo semplicemente per rendere meno pesante il trascorrere inutile del tempo rendendolo più costruttivo”, ha spiegato l’uomo che ha deciso di impegnare il suo tempo tra i fornelli.