Il gip di Venezia chiede di indagare sulla pm Ruggeri per depistaggio sui campioni di Dna ritrovati sul corpo di Yara Gambirasio.
Ancora aperto il caso di Yara Gambirasio, la ginnasta scomparsa nel 2010 e ritrovata morta nel 2011. Arrestato con l’ergastolo per il delitto è Massimo Bossetti, ex muratore accusato di aver abusato sessualmente della ragazzza e di averla uccisa subito dopo. Intanto, le indagini si spostano sulla pm Letizia Ruggeri per valutare la questione delle provette di Dna.
Massimo Bossetti sta scontando una pena all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la ginnasta 13enne di Brembate di Sopra, scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata morta in un campo il 26 febbraio 2011. L’uomo grida dal carcere la sua innocenza, dichiarando di non aver commesso il reato di cui viene accusato.
Indagini sulla pm per la revisione del Dna
Il legale da Bossetti, Claudio Salvagni, ha sempre evidenziato la sua titubanza per quanto riguarda la questione della revisione del Dna che il team legale continuava a chiedere e a vedersi negata. Il dna, spostato dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo, è stato sempre definito dalla Cassazione “completamente esaurito”.
Per il difensore di Bossetti quel cambio di destinazione, interrompendo la catena del freddo (solitamente a 80 gradi sottozero) potrebbe aver deteriorato il Dna rendendo vano qualsiasi eventuale tentativo di nuove analisi.
Il gip di Venezia chiede di indagare la pm di Bergamo Letizia Ruggeri per depistaggio, in merito alla presunta non corretta conservazione dei 54 campioni di Dna ritrovati sul corpo di Yara. Il reato di frode in processo penale e depistaggio (articolo 375 del codice penale), sarebbe un reato punito con il carcere da 3 a 8 anni, per chi “immuta artificiosamente il corpo del reato ovvero lo stato dei luoghi, delle cose o delle persone connessi al reato”.
