Sono stati visionati i reperti del caso Yara Gambirasio. La difesa di Massimo Bossetti ha commentato quelle che potrebbero essere le novità.
Claudio Savagni, uno dei legali della difesa di Massimo Bossetti nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, ha raccontato a Fanpage.it quanto appreso dopo una prima visione dei reperti a cui gli avvocati dell’uomo hanno avuto accesso nelle scorse ore. In questo senso potrebbero esserci delle novità. Non solo per le 23 provette potenzialmente da analizzare, ma anche per quanto concerne la scarpa della povera ragazzina, scomparsa da Brembate di Sopra nel novembre del 2010 e trovata senza vita in un campo di Chignolo d’Isola ad alcuni chilometri di distanza, tre mesi dopo.
Yara Gambirasio, il contenuto degli scatoloni dei reperti
Nel corso dell’intervista, Savagni ha spiegato cosa i legali abbiano trovato nelle tre scatole di reperti del caso della povera Yara. Nel dettaglio, l’uomo ha sottolineato: “Nel primo scatolone erano contenuti i vestiti, quindi gli slip, i leggins, la maglietta, il giubbotto, le calze e le scarpe. Erano conservati dentro dei sacchetti”, ha detto.
“La cosa che mi ha particolarmente colpito è stata la qualità di conservazione, che è molto buona. Quindi, il nostro consulente, Marzio Capra ha potuto esaminarli e vedere che ci sono tracce ulteriori che si potrebbero analizzare. E questo è molto positivo per noi”, ha affermato uno dei legali di Massimo Bossetti.
Il dettaglio della scarpa
Salvagni si è soffermato, poi, su un dettaglio particolare, quello delle scarpe della 13enne: “Le aspettavo molto compromesse e invece la parte interna, quella dove poggia il calzino, era perfettamente bianca. La cosa strana è che i calzini sono, al contrario, molto sporchi. Questo mi fa pensare che la scarpa sia stata rimessa successivamente, che la ragazza sia stata rivestita. E tutto ciò va nella direzione che la difesa ha sempre indicato“, ha commentato l’avvocato.
L’uomo ha anche spiegato di voler provare a procedere all’analisi di 23 provette e non solo: “Sul prossimo passo stiamo ragionando, dobbiamo capire cosa fare. Una cosa è certa, che la difesa non può accontentarsi della semplice visione ma l’obiettivo è arrivare all’analisi dei reperti per una possibile revisione. Cercheremo di argomentare con altre istanze la necessità dell’analisi”.