Le “pretese” di Zelensky, dietrofront sulla Crimea: spunta il compromesso

Le “pretese” di Zelensky, dietrofront sulla Crimea: spunta il compromesso

Zelensky si prepara a “abbassare le pretese”, il passo indietro sulla Crimea: la crisi ucraina tra diplomazia e missili russi.

Sono passati più di mille giorni dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si trova ora a dover affrontare un cambiamento nella direzione della guerra e delle alleanze internazionali. 

Le “pretese” di Zelensky e la Crimea: una diplomazia possibile?

Con l’arrivo alla Casa Bianca di un Donald Trump che ha dichiarato di voler ripensare il ruolo degli Stati Uniti nel conflitto, Zelensky è costretto a fare i conti con la realtà di un futuro geopolitico che potrebbe non essere più favorevole come in passato.

Nel suo incontro con Fox News, il leader ucraino ha fatto un passo indietro su uno degli argomenti più controversi: la Crimea. 

La penisola, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014, è un tema scottante per l’Ucraina, che rivendica il suo diritto all’integrità territoriale. 

Tuttavia, in un contesto geopolitico sempre più complesso, Zelensky ha dichiarato di essere “pronto a riportare la Crimea diplomaticamente”

Un’idea che sembra, però, quasi irrealizzabile, dato che Mosca considera ormai la Crimea come parte integrante della Federazione Russa.

Il presidente ucraino ha sottolineato che, pur mantenendo la posizione di non poter riconoscere legalmente alcun territorio occupato come russo, “non possiamo perdere decine di migliaia di persone per il bene della Crimea”

Le parole di Zelensky segnano una possibile apertura a negoziati, ma al contempo ribadiscono che la protezione della vita dei suoi cittadini rimane prioritaria.

Il missile balistico russo: una nuova escalation

Nel frattempo, l’attenzione è stata catturata da un episodio che potrebbe segnare una nuova escalation nel conflitto: il lancio di un missile balistico intercontinentale (IBM) da parte della Russia. 

L’aeronautica militare ucraina ha denunciato l’evento, avvenuto la notte tra il 19 e il 20 novembre, con il missile lanciato dalla regione di Astrakhan, una zona a sud-est di Volgograd, vicino al mar Caspio. Se confermato, questo rappresenterebbe un salto di qualità nel conflitto, dato che gli IBM hanno una gittata di migliaia di chilometri e sono capaci di trasportare testate nucleari.

Tuttavia, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha evitato di commentare l’incidente, lasciando la risposta alla difesa russa. 

Successivamente, fonti diplomatiche occidentali, tra cui ABC News, hanno ridotto l’allarme, affermando che il missile in questione fosse in realtà un missile balistico a media gittata, lanciato contro la regione di Dnipro, e non un IBM come inizialmente denunciato.

Le prospettive future: tra diplomazia e conflitto armato

La situazione in Ucraina si fa sempre più incerta, con le alleanze internazionali che potrebbero cambiare da un momento all’altro. Se da un lato Zelensky si prepara ad abbassare le sue pretese territoriali, cercando di evitare ulteriori perdite umane, dall’altro il rischio di un conflitto sempre più pericoloso è reale. 

Con l’ombra di un nuovo presidente americano pronto a rivedere il suo impegno, l’Ucraina si trova davanti a una difficile scelta tra diplomazia e continuazione della guerra.