Il 24 agosto 1991 Michail Gorbaciov lascia la carica di segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. E’ la fine dell’impero comunista.
Sono passati trent’anni da quando Michail Gorbaciov si è dimesso dalla carica di segretario del Partito comunista sovietico.
Gli ultimi atti di Gorbaciov
Il 24 agosto 1991, infatti, il leader sovietico lascia la guida del PCUS. Dalla caduta del Muro di Berlino (1989) era partita la dissoluzione dell’impero comunista, con i Paesi del Patto di Varsavia staccarsi uno dopo l’altro da Mosca.
Gorbaciov, del resto, aveva avviato il processo di cambiamento dell’Unione Sovietica che più avanti sarà definito “Perestroika“, una radicale trasformazione della società e del paese, che genera un sostanziale mutamento nello scenario internazionale: il nuovo sistema di pensiero gioca un ruolo fondamentale nel porre fine alla Guerra Fredda, arrestando la corsa agli armamenti ed eliminando il rischio di un conflitto nucleare.
La carriera politica
Mikhail Gorbaciov è nato il 2 marzo 1931 da una famiglia di agricoltori nel villaggio di Privolnoye – Territorio di Stavropol – nel sud della repubblica russa. Gorbaciov si iscrive al Partito Comunista dell’Unione Sovietica durante gli anni universitari. Nel 1970 viene eletto Primo Segretario del Comitato del Partito nel Territorio di Stavropol, l’incarico di massima responsabilità della zona. Nello stesso anno diviene membro del Comitato Centrale del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica). Nel 1978 diventa uno dei Segretari e si trasferisce a Mosca. Due anni più tardi entra a far parte del Politburo del Comitato Centrale del PCUS, la massima autorità del partito e della nazione. Nel marzo del 1985 viene eletto Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito, l’incarico più alto nella gerarchia di partito e nel paese.