Il 27 settembre 1821 il Messico ottiene l’indipendenza dalla Spagna. Il processo, iniziato undici anni prima, culmina con il trionfale ingresso dell’esercito guidato da Iturbide nella capitale.
Due secoli fa il Messico conquistava l’indipendenza. Era infatti il 27 settembre 1821 quando Iturbide entrò nella capitale alla guida dell’esercito e in tutto il Paese scoppiarono le celebrazioni per la fine del colonialismo.
L’inizio del processo verso l’indipendenza
La lotta per liberarsi dal dominio di Madrid ebbe il preludio nel 1808, quando Napoleone occupò la Spagna. I cattolici messicani temevano che la rivoluzione avrebbe tolto potere alla religione. La prima fase della guerra d’indipendenza del Messico corrisponde al periodo compreso tra il Grido di Dolores, con il quale padre Hidalgo incitò alla ribellione contro il malgoverno del Vicereame, e la cattura del Generalísimo de America (titolo che venne concesso a Hidalgo dalle sue truppe) a Noria de Acatita de Bajan, mentre tentava di sfuggire all’esercito reale.
Le guerriglie
Dopo la restaurazione, il movimento indipendentista badò a riorganizzarsi. E dal 1815 cambiò tattica, puntando su una guerra di guerriglie. Le istanze del popolo messicano portarono conversatori e liberali a trovare una linea comune. Quando Ferdinando di Spagna fu obbligato a firmare e a concedere la costituzione, il movimento era prossimo a accelerare verso l’indipendenza.
Messico, 27 settembre 1821
Nel 1821 Iturbide raggiunse accordi con varie zone del Paese con le forze indipendentiste. Quando il viceré O’Donoju’ smantellò l’esercito reale, ormai non c’erano più ostacoli. E il 27 settembre Iturbide entrò con le proprie truppe nella capitale.