Il 28 dicembre 2014 la sciagura del volo AirAsia 8501 della compagnia aerea dell’Indonesia. Una serie di errori umani provoca la morte di 162 persone.
Il 28 dicembre 2014 il volo AirAsia 8501 precipitava nel Mar di Giava. Nessuna delle 162 persone a bordo sopravvive allo schianto.
Il volo AirAsia 8501
Il velivolo della compagnia dell’Indonesia era decollato da Surabaya alle 23:35 e sarebbe dovuto atterrare alle 01:30 a Singapore. L’Airbus decollò senza alcuna anomalia e alle 23:49 raggiunse la quota di crociera a 32 000 piedi. Otto minuti più tardi le assistenti di volo avvisarono i passeggeri di sedersi e di allacciare le cinture di sicurezza poiché il velivolo stava entrando in una vasta depressione temporalesca. Alle 00:12 l’equipaggio dell’aeromobile chiese di salire a 38 000 piedi a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Sei minuti più tardi l’Airbus A320, mentre sorvolava il Mar di Giava, scomparve dal radar di Jakarta.
I soccorsi e il recupero dei cadaveri
Poco dopo essere stata confermata la scomparsa del velivolo l’Agenzia Nazionale di Ricerca e Soccorso indonesiana ha inviato sette navi e due elicotteri per le ricerche lungo le coste di Belitung e Kalimantan. La marina militare indonesiana e la polizia hanno inviato mezzi per collaborare nelle operazioni di ricerca.
Il giorno della scomparsa del velivolo diversi pescatori riportarono alle autorità di aver visto numerosi rottami di colore compatibile a quello della livrea della Indonesia AirAsia galleggiare. I primi resti del velivolo e 3 cadaveri sono stati localizzati il 30 dicembre a 10 km dal punto in cui l’Airbus è scomparso. Lo stesso giorno venne localizzato il relitto dell’Airbus ad una profondità compresa tra i 24-30 metri a circa 3 km dal luogo di ritrovamento dei primi rottami. Il 12 gennaio sommozzatori indonesiani recuperarono la scatola nera.
Errore umano
La causa dell’incidente è da attribuire ad una gestione non adeguata di un guasto occorso ad un computer di controllo dei comandi di volo che ha portato allo stallo del velivolo e il conseguente impatto con la superficie del mare. L’incidente è quindi da attribuire ad una serie di errori umani che hanno pregiudicato il corretto proseguimento del volo. Le condizioni meteorologiche, che inizialmente erano state citate come causa dello incidente, non sembrano aver avuto nessun ruolo nella dinamica dello schianto.