Coronavirus in Italia, casi in crescita in 19 Regioni, 4 rischiano di tornare in zona Gialla nelle prossime settimane. Quali sono.
I dati sull’emergenza coronavirus parlano chiaro: i nuovi casi sono in crescita in diciannove Regioni e ancora non sono evidenti gli effetti degli Europei. Ovviamente nella speranza che i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia non abbiano acceso nuovi focolai che potrebbero accelerare la diffusione della variante Delta complicando e non poco i piani del governo e della struttura commissariale. Arrivati a metà luglio sono almeno quattro le Regioni che rischiano di passare in zona Gialla entro la fine del mese.
La situazione in Italia
Nella giornata del 12 luglio il tasso di positività è tornato sopra l’1 per cento a distanza di un mese circa dall’ultima volta. I contagi come detto aumentano in quasi tutte le Regioni. La buona notizia è che al momento non si registra un aumento considerevole di ricoveri e decessi.
Coronavirus, 4 Regioni verso la zona Gialla
Sono quattro le Regioni che rischiano il passaggio in zona Gialla. Non si tratta di un passaggio imminente. Anche dopo il monitoraggio del 16 luglio la mappa dell’Italia dovrebbe restare invariata, quindi tutte le Regioni dovrebbero rimanere in zona Bianca. Il passaggio in zona Gialla potrebbe avvenire entro la fine di luglio o le prime due settimane di agosto. Si tratta di ipotesi e proiezioni basate sulla tendenza.
Le regioni a rischio sono Abruzzo, Campania, Marche e Sicilia, dove l’incidenza cresce in maniera preoccupante. E proprio il dato legato all’incidenza potrebbe spingere gli esperti a consigliare il passaggio in zona Gialla.
La discussione sull’incidenza e sull’Rt ospedaliero
Prima però c’è da risolvere una discussione con i Presidenti delle Regioni, che chiedono che vengano modificati i parametri per stabilire il colore delle Regioni. Il nodo è legato proprio all’incidenza. La diffusione della variante Delta del Covid farà salire il valore in tutte le Regioni. La richiesta è quella di prendere in considerazione il numero dei ricoveri in ospedale tra i soggetti positivi. Il famoso Rt ospedaliero del quale si parlava prima dell’estate. In poche parole le Regioni chiedono di calcolare il tasso di occupazione dei posti letto e non il numero dei positivi ogni 100.000 persone.