Il marketing sensoriale si basa su quelle strategie di condizionamento del comportamento e delle percezioni dei clienti, che vedono come protagonisti i cinque sensi: tatto, vista, gusto, udito e olfatto.
Questo tipo di strategia scaturisce dall’esigenza di andare oltre ai semplici slogan e alle classiche attività promozionali: fornisce al cliente un’esperienza completa e profonda.
Coinvolgere i sensi delle persone significa suscitare allo stesso tempo delle emozioni e delle sensazioni che le saranno determinanti nella scelta di un brand a discapito di un altro. Infatti, più il cliente si sente coinvolto, più si avvicinerà a un determinato marchio e sarà disposto a sceglierlo continuativamente nel tempo.
Si andrà a creare una vera e propria relazione con quel brand: questo meccanismo si chiama fidelizzazione del cliente. Un cliente fidelizzato, cioè abituale, è una risorsa molto preziosa per un’azienda: non solo sarà molto attivo negli acquisti, ma sarà una fonte di pubblicità completamente gratuita, attraverso il passaparola e le recensioni positive.
Il marketing che si guarda
La vista è il senso che utilizziamo più spesso, quello che condiziona maggiormente le percezioni e, di conseguenza, determina anche le decisioni d’acquisto di ognuno. Ecco perché nello storytelling aziendale, nel 2020, non può e non deve mancare il racconto visivo di una storia.
Le immagini sono molto più dirette delle parole, permettono di suscitare delle sensazioni immediate; inoltre, i colori sono particolarmente efficaci nel veicolare dei messaggi specifici. Questo ha fatto sì che, sin dagli inizi della pubblicità, la vista fosse il senso più stimolato in assoluto.
La progettazione e l’esecuzione di pubblicità visive, però, oltre ad essere molto costosa,richiede anche l’impiego di diverse figure di professionisti (scrittori, grafici, specialisti della comunicazione, etc.). L’avvento deisocial network ha in parte semplificato la diffusione di immagini aziendali: tramite la creazione di un profilo per il brand, con fotografie e video di qualità, si può accrescere notevolmente il suo successo.
Ciò che lascia il segno è l’originalità della comunicazione: più un’immagine è in grado di risaltare dal resto, più facilmente verrà apprezzata e ricordata.
Il marketing che si tocca con mano
La prima azione che il cliente compie quando si trova di fronte a un oggetto, è quella di toccarlo ed esaminarlo con le mani: in questo modo, può percepirne la consistenza, i materiali, la texture. Proprio per questo motivo, tutte le tipologie di aziende si sono adattate per permettere ai consumatori di provare i prodotti.
In questa branca del marketing è essenziale il packaging, cioè la confezione: questo può essere tanto chiuso (senza esporre il prodotto) quanto semi aperto(in cui il prodotto può essere toccato parzialmente). La confezione non solo deve contenere e proteggere adeguatamente il prodotto, ma allo stesso tempo dovrebbe richiamarne ed enfatizzarne alcune sue caratteristiche.
Infatti, l’utilizzo di materiali pregiati, o che suscitano delle sensazioni particolari al tatto, può essere un fattore determinante per invogliare la gente all’acquisto: possono venire sfruttati materiali come il velluto, il legno, le stoffe, etc.
Il marketing che si assaggia
Il gusto è il senso che consente di percepire il sapore degli alimenti: come il noto proverbio afferma, “se si vuole conquistare qualcuno, è necessario prenderlo per la gola” e questa regola si rivela particolarmente efficace anche nell’ambito del marketing sensoriale.
Offrire la possibilità di assaggiare dei cibi, non solo farà sentire il cliente particolarmente apprezzato e coccolato, ma migliorerà anche la sua esperienza nei confronti del prodotto. Proprio per questo motivo, le aziende del settore agroalimentare spesso organizzano degli incontri di degustazione: le persone si sentono, così, profondamente coinvolte e sono più propense a fare acquisti.
Attualmente, all’interno dei negozi più lussuosi, viene spesso inserito anche un angolo dedicato al cibo. In questo modo, l’esperienza all’interno di quel punto vendita si rivela più completa, i clienti sono portati ad entrarvi molto più spesso e a trascorrervi più tempo.
Se applicato con criterio, il marketing degustativo può portare a dei risultati veramente notevoli: anche questo, però, richiede un investimento di capitale non indifferente.
Il marketing che si ascolta
Oramai ogni momento della giornata è scandito da una colonna sonora: in ufficio, in macchina, nei negozi, il sottofondo musicale è imprescindibileper molte persone. Numerosi studi hanno evidenziato come la musica abbia numerose proprietà benefiche sulla salute, tanto del corpo quanto dell’animo, grazie alla sua capacità di suscitare forti emozionie sensazioni.
Proprio per questi motivi, la musica riveste un ruolo da vera e propria protagonista nella gran parte delle campagne di marketing. Oltre ai classici jingle, dei motivi musicali creati appositamente per gli spot pubblicitari, è molto diffusa anche la trasmissione di canzoni nel punto vendita. A seconda del genere musicale riprodotto, i clienti avranno percezioni differenti: la musica classica, ad esempio, rilassa le persone e le mette a proprio agio; la musica pop, invece, le avvicina e dona loro buonumore.
A seconda del target di clientia cui ci si vuole rivolgere, si dovrà adattare anche la comunicazione musicale. Un pubblico di giovani preferisce sicuramente ascoltare canzoni di tendenza, rispetto a degli adulti che potrebbero non apprezzarle fino in fondo.
Il marketing che si annusa
Il marketing olfattivo è una strategia di promozione in forte ascesa nell’ultimo periodo. Grazie a dei recenti studi di neuromarketing, si è potuto capire come l’olfatto sia un senso essenziale nell’attività di comunicazione. Infatti, oltre la metà delle sensazioni provate vengono scaturite proprio da questo senso, che più di tutti gli altri è primitivo e immediato.
Inoltre, la memoria olfattiva viene conservata per sempre: i primi odori e profumi dell’infanzia rimangono impressi per tutta la durata della vita, più dei semplici ricordi. Proprio per questi motivi, costruire un’identità olfattiva di un brand significa caratterizzarlo a discapito degli altri, nonché creare un’immagine solidae duratura nella mente delle persone.
In Italia, dieci anni fa, da un’intuizione di Stefano Proietti, che ha compreso le incredibili potenzialità del marketing olfattivo, sono stati creati gli arredatori dell’aria de I Profumatori. La sua azienda crea arredi olfattivi, andando ad occupare uno spazio trascurato dagli architetti e dagli arredatori d’interni.
La superficie di cui si occupano non si può né vedere né toccare ma si può sentire. Le persone si muovono al suo interno, vivono, respirano e provano emozioni. Il compito è creare sinergie tra l’ambiente, le attività svolte e il profumo. La fragranza scelta, infatti, deve essere in sintonia con il luogo.
Un prodotto profumato viene percepito come più di qualità rispetto a un prodotto inodore. Ma non solo: attraverso le fragranze, si possono veicolare dei messaggi ben specifici. Ad esempio, utilizzare dei profumatori nell’ambiente aziendale, lo rende più confortevole e piacevole per i clienti, contribuendo a farli sentire ben accolti e apprezzati.
Il profumo riveste un ruolo essenziale nella percezione che le persone avranno di quel determinato brand: ogni volta che sentiranno nuovamente quel profumo, subito la loro mente le rimanderà a quel ricordo.