Dopo l’esonero di Liedholm, Berlusconi affida la panchina dei rossoneri a Sacchi. A fine novembre c’è Empoli-Milan: il Diavolo domina ma coglie solo due legni.
Nel 1987 lo scudetto viene vinto dal Napoli di Maradona e il Milan di Berlusconi, nell’intento di accorciare le distanze dai campioni d’Italia, punta ancora sul calciomercato. Il patron rossonero chiama alla guida tecnica l’emergente Arrigo Sacchi. La campagna acquisti del Milan è stratosferica: dall’Olanda arrivano Gullit e Van Basten, a centrocampo Ancelotti e Colombo. In più, il tecnico di Fusignano si porta dal Parma i vari Mussi, Bianchi e Bortolozzi.
Sacchi a rischio?
L’inizio confortante a Pisa viene interrotto dal ko casalingo con la Fiorentina, seguito dal pari a reti bianche di Cesena. Complice anche l’eliminazione in Coppa Uefa, la posizione di Sacchi si fa critica ma Berlusconi gli rinnova la fiducia e dalla gara di Verona il Milan inizia a viaggiare su ritmi elevati.
Empoli-Milan, due legni a zero per i rossoneri
Dopo 7 punti su 8 disponibili e nessun gol subito, il Diavolo è di scena in Toscana. Il 29 novembre 1987 si gioca Empoli-Milan. Le formazioni:
EMPOLI: Drago, Vertova, Pasciullo, Brambati, Cucchi, Gelain, Urbano, Della Scala, Ekstroem, Incocciati e Baldieri.
MILAN: G. Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, F. Galli, Baresi, Donadoni, Ancelotti, Virdis, Gullit e Massaro.
I rossoneri occupano bene il campo e si rendono pericolosi con il solito Gullit: la migliore occasione dell’olandese è una punizione che colpisce la base esterna del palo. Poi è Virdis a colpire di testa, impegnando Drago. Nella ripresa, il Milan aumenta la pressione, costringendo l’Empoli alle barricate: Colombo spara a colpo sicuro ma il portiere alza il muro, poi è ancora un montante a salvarlo; colpo di testa di Virdis, traversa! L’assedio finale dei rossoneri non trova però il gol.