Le Iene sollevano il polverone su Luigi Di Maio: spunta una piscina abusiva nella tenuta di famiglia. Anche la madre del vicepremier nel mirino.
Nuova bufera sul vicepremier Luigi Di Maio e sul padre Antonio. Questa volta la polemica sarebbe legata ad alcune foto che ritraggono il giovane Luigi in quella che sarebbe una piscina abusiva costruita sul suolo dei Di Maio. Il ministro pentastellato ha fatto sapere di ricordare che nel luogo indicato ci sarebbe stata una stalla e non una piscina.
Le Iene, abusi edilizi in casa Di Maio
La vicenda alimenta il polverone mediatico e politico intorno ai possibili abusi edilizi edificati nel corso del tempo da Antonio Di Maio nelle sue proprietà. Nelle scorse settimane la Polizia Municipale ha effettuato una serie di sopralluoghi depositando poi il fascicolo finale in Procura.
Ma la polemica non si arresta. Le immagini della presunta piscina sono state diffuse da Le Iene, il programma dal quale è nata la vicenda legata al lavoro nero nell’azienda del padre di Luigi Di Maio. In un servizio andato in onda, i giornalisti in nero avrebbero mostrato le immagini del vicepremier che si godeva un po’ di relax in una piscina. Che però sarebbe abusiva. Il vicepremier, raggiunto dai microfoni del Le Iene, ha fatto sapere che nel posto indicato sulla mappa ci sarebbe una stalla e non una piscina. Nessun commento invece sulle foto che sarebbero state scattate.
Polemica sull’azienda di Di Maio: la proprietaria (illecita) è la madre
Le Iene hanno poi puntato la luce dei riflettori su un’altra questione legata alla vicenda. Dal 2006 Antonio Di Maio non figura nell’organigramma societario e la proprietaria, dal 2006 al 2013, sarebbe stata Paolina Esposito, moglie di Antonio e madre di Luigi Di Maio. Il nodo della questione è che la signora Esposito, all’epoca dei fatti insegnante, non avrebbe potuto essere per legge proprietaria di una società.
Il Pd attacca: Di Maio sbugiardato
Immediata e violenta la reazione del Pd che ha colto la palla al balzo puntando il dito contro Luigi Di Maio, definito ministro del lavoro nero, prestanome per evitare che il padre pagasse il fisco e complice in un sistema di assunzioni irregolari.