Molti scelgono di acquistare ed importare in Italia auto, nuove o usate, dalla Germania, in virtù dei notevoli vantaggi economici.
L’acquisto di un’auto, specie se nuova, si presenta spesso come particolarmente oneroso. Per questo, i potenziali acquirenti sono spinti, di frequente, a cercare soluzioni più vantaggiose dal punto di vista economico. Non di rado ci si rivolge al mercato dell’usato, alla ricerca del miglior rapporto tra qualità e prezzo ma non sempre basta optare per un modello di seconda mano per trovare l’offerta più conveniente. È (anche) per questa ragione che molti scelgono un’auto di importazione dalla Germania: vediamo di seguito come funziona questo tipo di acquisto e quali vantaggi offre.
Come effettuare l’acquisto
Acquistare un’auto presso una concessionaria tedesca è, ad oggi, molto più facile rispetto a prima, grazie alle maggiori possibilità di scelta offerte dal web. Rivolgendosi a siti internet specializzati, infatti, non è più necessario né recarsi direttamente presso la concessionaria tedesca (cosa possibile solo per chi vive nelle regioni dell’Italia settentrionale) né affidarsi ad un intermediario italiano (risparmiando sui costi di intermediazione).
Grazie ai portali di settore è possibile impostare vari parametri di scelta: marca, modello (nuovo, usato o a km zero), anno di produzione, chilometraggio e quant’altro. Dopo aver individuata l’autovettura che meglio risponde alle proprie esigenze, si può procedere all’acquisto. Ovviamente, prima di procedere al pagamento, è consigliabile effettuare tutte le verifiche del caso per ottenere le necessarie garanzie, relative tanto alla vettura quanto al soggetto dal quale la si acquista. A tal proposito, è bene leggere attentamente il contratto d’acquisto e le condizioni di vendita, oltre a sincerarsi della trasparenza dei metodi di pagamento.
La procedura per importare auto dalla Germania
Una volta acquistata un’auto di importazione tedesca usata o nuova, bisogna farsi carico delle procedure burocratiche necessarie a consentirne la circolazione su strada in Italia. In genere, è il concessionario stesso a farsi carico di questo genere di oneri ma, se così non fosse, le procedure possono essere implementate anche in prima persona. Come si apprende dal sito ufficiale dell’Automobile Club d’Italia, un’auto acquistata all’estero va immatricolata in Italia.
La normativa distingue tra auto ‘nuova‘ e ‘usata‘. Nel primo caso, si intende una vettura fabbricata in un paese appartenente all’Unione Europea e mai immatricolata oppure un’auto già immatricolata ma che non abbia percorso più di seimila chilometri e sia stata ceduta entro sei mesi dalla prima immatricolazione. Un veicolo usato, invece, è già immatricolato in un paese dell’Unione Europea, è stato ceduto dopo sei mesi dalla prima immatricolazione ed ha percorso più di seimila chilometri.
Detto ciò, la prima cosa da fare è “rivolgersi innanzitutto all’ufficio provinciale della Motorizzazione Civile (UMC) per le necessarie verifiche sull’idoneità della documentazione tecnica e sulla regolarità degli adempimenti fiscali (con particolare riguardo all’assolvimento degli obblighi IVA)” come informa il sito dell’ACI.
Effettuate le verifiche del caso, sono due i passaggi fondamentali da completare:
- richiedere l’immatricolazione della vettura presso gli uffici della Motorizzazione Civile;
- iscrivere il veicolo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
L’immatricolazione di un veicolo proveniente da un paese dell’Unione Europea (o da un paese appartenente allo Spazio Economico Europeo) può essere richiesta presso lo Sportello Telematico dell’Automobilista (STA).
Nel caso in cui non sia possibile rivolgersi allo STA, bisogna richiedere l’immatricolazione presso la Motorizzazione Civile. Poi, entro 60 giorni dal rilascio della carta di circolazione, è necessario iscrivere il veicolo al PRA.
Per la richiesta allo STA, la documentazione da presentare – sia per un veicolo nuovo sia per quello usato – è la seguente:
- fotocopia di un documento di identità in corso di validità dell’acquirente;
- dichiarazione sostitutiva di certificazione di residenza dell’acquirente (se il dato non è riportato sul documento); se chi acquista è una persona giuridica (una società, un ente, un’associazione o simili) è necessario produrre una dichiarazione sostitutiva da parte del legale rappresentate;
- modello NP2C;
- modello NP2D;
- atto di vendita con la firma del venditore autenticata in bollo;
- dichiarazione di conformità oppure “certificato di conformità europeo con omologazione italiana o certificato di conformità europeo accompagnato dalla dichiarazione di immatricolazione rilasciati dalla casa costruttrice“;
- domanda di immatricolazione firmata dall’acquirente e inoltrata mediante il modulo TT2119.
Se il documento di vendita è redatto in lingua straniera, la richiesta deve essere corredata di una traduzione in italiano “certificata conforme al testo straniero dalla competente rappresentanza diplomatica o consolare, ovvero da un traduttore ufficiale“.
Quanto costa immatricolare un’auto importata dalla Germania
I costi previsti per legge per l’immatricolazione di un veicolo acquistato all’estero ed importato in Italia sono:
- IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione): varia a seconda del tipo di veicolo e della Provincia di residenza dell’acquirente;
- Emolumenti ACI, pari a 27 euro;
- Imposta di bollo per iscrizione al PRA pari a 32 euro;
- Imposta di bollo DTT pari a 32 euro (ai quali vanno aggiunti i costi per i versamenti postali);
- Diritti DTT pari a 9 euro più spese per i versamenti postali;
- Costi per il rilascio delle targhe; l’importo varia a seconda del tipo di veicolo e della targa (il tariffario è consultabile sul sito del Portale dell’Automobilista).
Auto d’importazione tedesca rischi: a cosa bisogna fare attenzione
Se da un lato le auto importate dalla Germania possono rappresentare un ottimo affare (dal punto di vista economico), dall’altro il loro acquisto va effettuato con le dovute cautele.
Uno dei principali elementi ai quali è doveroso prestare attenzione è il pagamento dell’IVA. A tal proposito è necessario fare dei distinguo, a seconda delle modalità e dei canali di acquisto. Se l’auto viene acquistata presso un concessionario tedesco, le opzioni sono due:
- se il veicolo è nuovo (secondo la definizione fornita in precedenza), l’IVA va pagata in Italia; nel paese d’origine, in caso di rilascio di fattura, viene versato solo l’imponibile. Il tributo va integrato con il versamento del 22% di imposta tramite l’F24;
- se il veicolo è usato, l’IVA viene pagata in Germania, inclusa nel prezzo d’acquisto.
Se, invece, l’acquisto è tra privati, l’IVA su auto importata dalla Germania non va pagata ma – per evitare truffe – è bene effettuare una verifica presso l’Agenzia delle Entrate, comunicando i dati anagrafici del venditore e del veicolo. L’Agenzia può anche verificare se su un veicolo nuovo venduto da privato è stata già pagata l’IVA.