Alessandro Di Battista attacca il Pd e mette in imbarazzo Luigi Di Maio. Il timore è possa verificarsi una scissione anche nel Movimento 5 Stelle.
Torna a farsi sentire Alessandro Di Battista e lo fa con un lungo post contro il Partito democratico. Un lungo messaggio in cui ha voluto ricordare tutti i motivi per i quali i dem sono stati considerati nemici storici del MoVimento. Inutile sottolineare come il duro attacco da parte di una delle più carismatiche personalità a Cinque Stelle non abbia fatto piacere al Partito democratico, che ha chiesto spiegazioni a Di Maio. O meglio gli ha chiesto di tenere a bada i suoi.
Alessandro Di Battista attacca il Pd
L’attacco di Di Battista arriva a poche ore dal caso Sozzani, in un momento in cui la tensione all’interno della maggioranza di governo è già decisamente tangibile. Come se non bastasse il post polemico anticipa il voto su Rousseau sulle elezioni regionali in Umbria.
Nonostante il frontman dei Cinque Stelle abbia mascherato il suo attacco trasformandolo in un appello alla prudenza agli amici del MoVimento, sembra evidente che il panorama pentastellato sia ancora spaccato in due. Da una parte ci sono i filo-governativi, quelli che magari non apprezzano i dem ma hanno optato per una civile convivenza per andare avanti alla guida del paese disinnescando definitivamente il pericolo Salvini. D’altronde anche in quest’ottica va letto il patto civico lanciato da Di Maio per le elezioni umbre.
Di seguito il post condiviso da Alessandro Di Battista sulla propria pagina Facebook
Di Maio in imbarazzo, si teme una scissione nel Movimento 5 Stelle
Luigi Di Maio, in evidente imbarazzo per l’intromissione di Di Battista, si è limitato a ribadire come nel MoVimento sia osservata e rispettata la libertà di espressione. Il Pd non ha apprezzato il contentino. E non poteva essere altrimenti.
Il timore principale è che, seguendo le orme di Matteo Renzi, qualcuno nel Movimento Cinque Stelle possa tentare un’esperienza scissionista che andrebbe a mettere a repentaglio la stabilità e la sopravvivenza del governo.