Il coronavirus è una minaccia anche per i giovani, tenuti a rispettare le indicazioni del governo: “Restate a casa”.
Il coronavirus non risparmia nessuno nella fase di contagio. È bene comprenderlo per poter effettivamente rispettare le indicazioni del governo, che continua ad invitare gli italiani a non uscire di casa. E rispetto ai primi giorni dell’emergenza la musica sta cambiando. Il COVID-19 non è un problema limitato agli anziani, “ai vecchi“, come abbiamo sentito in televisione. No, in terapia intensiva ci sono anche giovani e giovani adulti. Che ovviamente hanno maggiori possibilità di superare la malattia. Ma in terapia intensiva ci finiscono.
Il coronavirus deve preoccupare anche i giovani. O almeno responsabilizzarli
Sia chiaro che l’intenzione non è quella di fare allarmismo o di speculare sulla notizia. L’intento è quello di fare informazione, con la netta sensazione che tra i giovani e i giovanissimi ci sia un clima di irresponsabilità che deriva dall’errata convinzione di essere immuni. Non è così.
In terapia intensiva non ci sono solo gli anziani
Il nuovo dato di fatto è questo. In terapia intensiva non ci sono solo gli anziani. Anzi, ci sono anche persone di età inferiore ai cinquant’anni. Parliamo di quarantenni, trentenni e anche un diciottenne.
Nello specifico: quasi il 12% dei ricoverati in terapia intensiva ha meno di 50 anni e nessuno ha meno di 18 anni.
E il rischio concreto è che la situazione possa peggiorare nelle prossime ore.
Coronavirus, giovani a rischio nel fine settimana
Il motivo lo ha spiegato Silvio Brusaferro dell’Istituto Superiore di Sanità e, purtroppo, è legato alla sfiducia nei confronti dei nostri giovani.
“È verosimile aspettarci casi in questo weekend in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. L’incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. È un’ipotesi, vedremo le curve, speriamo di essere smentiti dai fatti”.
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