Tfr (trattamento di fine rapporto), scopri tutto quello che c’è da sapere: cos’è, come si calcola e sopratutto dove si trova in busta paga?
Il TFR conosciuto anche come liquidazione o buonuscita è una parte dello stipendio del lavoratore dipendente messo da parte dal datore di lavoro. Si tratta di una somma di denaro che viene rilasciata al lavoratore quando viene a cessare per qualsiasi motivo il rapporto di lavoro. I lavoratori dipendenti sono chiamati a valutare e decidere dove lasciare il tfr: in azienda, in un fondo pensione oppure in busta paga.
Tfr in busta paga
La nuova di legge di stabilità varata nel 2015 ha introdotto la possibilità per i lavoratori dipendenti di lasciare in busta paga il tfr. Si tratta di una novità che consentirebbe ai lavoratori del settore privato di godere di un anticipo della liquidazione piuttosto che destinarlo ad un fondo pensione oppure all’azienda stessa. Naturalmente si tratta di un’opzione che necessità di un attento studio di valutazione da parte del lavoratore singolo che, una volta scelta l’opzione di lasciare il tfr in busta paga, non potrà sottrarsi sino al 30 giugno 2018. Tra i vari fattori da considerare prima di optare per il tfr in busta paga c’è sicuramente la tassazione che risulta di natura ordinaria quindi con un prelievo maggiore rispetto al tfr ordinario.
Chi può richiederlo?
Il tfr in busta paga può essere richiesto da un lavoratore neo assunto che dovrà presentare un modulo (modulo QU.I.R.). La possibilità di avere un anticipo del tfr in busta paga è entrata in vigore da marzo 2015 e sarà liquidato al lavoratore col decorrere di 1 mese dalla presentazione della richiesta nel caso di azienda con più di 50 dipendenti, mentre dovranno passare 4 mesi per le aziende con un numero inferiore di dipendente. Si tratta di una differenza temporale studiata per garantire alle piccole aziende di avere il tempo di aderire a fondi di credito differenti dal tfr. Categorie escluse: agricoltori, lavoratori domestici, lavoratori di aziende in corso di fallimento e lavoratori in cassa integrazione.