Coronavirus, in Italia controlli e multe contro la movida senza regole. In Europa aumentano i casi, si teme una seconda ondata.
Il coronavirus fa ancora paura o comunque preoccupa e non poco. Soprattutto in Europa, dove la curva dei contagi mostra un andamento verso l’alto, o comunque non sembra intenzionata a scendere.
E anche l’Italia non è estranea all’ondata di preoccupazione che sta interessando l’Europa del Sud. Per le autorità nostrane le preoccupazioni sono due: i casi importati e la movida senza regole. Per far fronte al primo pericolo il ministro Speranza ha allungato la lista dei Paesi a rischio blindando i confini, come fatto anche nel resto d’Europa. Per mettere un freno alla movida le autorità locali hanno avviato una strategia fatta di controlli e multe salate.
Coronavirus in Italia, lotta alla movida
In Italia l’intenzione è quella di spingere la popolazione e non abbassare la guardia. La situazione dei contagi non è allarmante ma non è possibile abbassare la guardia. In due settimane si potrebbe vanificare quanto fatto in un mese.
Tra i primi a chiedere una stretta sui controlli è stato il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha disposto multe da mille euro per le persone che non indossano la mascherina sui mezzi pubblici, nei locali pubblici, nelle condizioni di assembramento e nelle situazioni indicate dalle normative.
Ma a controlli e multe stringenti hanno fatto ricorso diversi Presidenti di Regione e sindaci., da Nord a Sud, dal Piemonte alla Puglia.
Nella Capitale, una delle città a rischio per la movida senza regole, sono stati disposti migliaia di controlli da parte degli uomini della polizia che hanno battuto le piazze della movida.
Europa, casi in aumento: si teme la seconda ondata
Come detto in apertura, la seconda preoccupazione è legata ai casi importati. I dati confermano che in Europa la curva tende a crescere. Spagna e Francia sono in state di pre-allarme e lavorano per isolare nel minor tempo possibile i casi rintracciati sul territorio.
Solo in Spagna si contano quasi mille casi al giorno, e diversi Paesi hanno preso precauzioni che inevitabilmente si faranno risentire anche sul turismo.
L’Italia al momento sta lavorando per difendersi dal focolaio dei Balcani, e recentemente ha disposto un periodo di quarantena per le persone in arrivo da Bulgaria e Romania.