Il premier incaricato Mario Draghi mette la scuola tra le priorità del programma di governo: necessario rimodulare il calendario scolastico, lezioni fino a giugno.
Come emerso nel corso del primo giorno del secondo giro di consultazioni, tra le priorità del premier incaricato Mario Draghi c’è la scuola, che trova uno spazio centrale nel programma di governo. La proposta del Presidente del Consiglio incaricato sarebbe quella di rimodulare il calendario scolastico per recuperare il tempo trascorso lontano dalle classi a causa del Covid. L’idea sarebbe quindi quella di tenere le scuole aperte fino alla fine del mese di giugno.
La scuola tra le priorità di Mario Draghi: rimodulare il calendario scolastico
Questa almeno è la proposta che trapela dalle parole di Mario Draghi come riportate dai gruppi parlamentari che lo hanno incontrato nelle giornata di lunedì 8 febbraio e come riportato dai principali organi di stampa.
Il premier incarico non vuole certo svalutare gli sforzi fatti fino a questo momento dagli studenti e dal personale scolastico ma è convinto che la Didattica a distanza non possa sostituire appieno la didattica in presenza, con la sua componente di socialità che risulta fondamentale oltre che costruttiva in età scolare.
L’idea di Draghi è quella di recuperare almeno parte del tempo perso a causa del Covid e lavorare perché a settembre si possa tornare in classe in assoluta sicurezza, senza rischi di nuove chiusure. Questo anche grazie alla campagna di vaccinazione che la prossima estate dovrebbe essere ormai alle sue battute finali. Almeno stando alle ipotesi che circolano.
Scuola, lezioni fino alla fine del mese di giugno?
Non sono disponibili al momento, ovviamente, i dettagli del piano. Quello che emerge è che il premier sarebbe pronto a mettere sul tavolo la proposta di prolungare il calendario scolastico per compensare il tempo trascorso a casa.
Va detto che già la ministra Azzolina aveva proposto di prolungare l’anno scolastico fino alla fine del mese di giugno. La proposta non era stata accolta con particolare entusiasmo e comunque la decisione sarebbe spettata alle singole Regioni. I sindacati avevano espresso un pensiero addirittura critico, ad onor del vero.
Il nodo delle cattedre vacanti
Non solo calendario Sempre secondo quanto emerso dopo il primo giorno del secondo turno di consultazioni, Draghi avrebbe espresso preoccupazione anche per la questione delle cattedre vacanti a causa di professori non abilitati, professori esonerati perché soggetti a rischio per quanto riguarda il Covid e concorsi in ritardo o comunque lenti.