Ma il coprifuoco serve contro la diffusione del Covid?
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Direttore: Alessandro Plateroti

Il coprifuoco serve davvero contro il Covid?

Roma

Si infiamma la polemica sul coprifuoco ma la domanda è una sola: serve oppure no contro la diffusione del Covid?

La domanda che tutti si pongono da giorni (se non addirittura da settimane) è una: il coprifuoco serve davvero contro il Covid? Non ci sono dubbi sul fatto che siamo di fronte ad una questione particolarmente spinosa che è arrivata a dividere anche quello che doveva essere il governo dell’Unità, quello guidato da Mario Draghi. Proprio per la conferma del coprifuoco a partire dalle ore 22.00, la Lega di Matteo Salvini si è astenuta e non ha votato il decreto riaperture.

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Il coprifuoco serve?

Partiamo da un presupposto. Dare una risposta a questa domanda non è semplice. Ci sono persone che credono fermamente nel sì e altre che credono fermamente nel no. La scienza al momento ha prodotto analisi contrastanti. Diversi studi pubblicati su riviste di spessore del calibro di Nature hanno evidenziato come il coprifuoco abbia alimentato la diffusione del virus in ambito familiare. E la cosa non sorprende. Se si è costretti a vivere soprattutto in casa è proprio lì che il virus circolerà. Altri hanno evidenziato come le misure restrittive (coprifuoco incluso) abbiano alleggerito la pressione sul sistema sanitario. Insomma, nel dibattito scientifico ancora non si è arrivati ad una conclusione unanime. E difficilmente ci si arriverà.

Il dibattito degli ultimi giorni è poco utile perché, sarebbe miope negarlo, è stato soprattutto politico. Non solo, ma soprattutto. Il primo dato di fatto è che siamo di fronte ad una misura odiosa, difficile da digerire, soprattutto quando si concede ai ristoratori la possibilità di tornare a lavorare la sera. Ma se alle 22.00 tutti devono essere a casa lavorare la sera è quasi impossibile. Questo aspetto non aiuta a rispondere alla nostra domanda in quanto fotografa il problema socio-economico legato al coprifuoco, che ricordiamo resta dalle 22.00 alle 5.00 anche dal 26 aprile.

Questo ulteriore sacrificio chiesto ai ristoratori e agli italiani ha senso dal punto di vista scientifico? Limitare la circolazione serale/notturna aiuta a ridurre i contagi? E qui entriamo in un terreno sicuramente scivoloso. Per ridurre i contagi si devono limitare le occasioni di contatto tra le persone. Meno si incontrano le persone e meno circola il virus. Siamo di fronte ad un dato di fatto anche abbastanza intuitivo. Ma quando si permette alle persone di andare a cena fuori o di andare in un locale con musica dal vivo, ha senso mantenere il coprifuoco alle 22.00?

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Gli effetti indiretti del coprifuoco

Da una parte sì e da una parte no. Da una parte non ha senso perché posticipare l’inizio del coprifuoco di un’ora, come richiesto dalle Regioni, non avrebbe avuto effetti significativi dal punto di vista della diffusione del virus. Il coprifuoco però serve a disincentivare la movida, almeno per il momento. La notte è dei giovani, e la storia recente dell’emergenza ci dice che proprio i giovani, in molti casi, sono stati i meno prudenti, quelli degli aperitivi in mezzo alla strada con musica e balli e poche mascherine. Non vuole essere una condanna e non vuole essere ovviamente una analisi generica e superficiale. Il tentativo è quello di fare un quadro della situazione razionale. Allentare la presa sulla movida significa concedere maggiori occasioni di contatto ai giovani. Ossia a quelli che vanno a scuola o all’università, che viaggiano sui mezzi pubblici e che spesso contraggono il virus senza manifestare sintomi. Investendo sulla scuola, il governo ha penalizzato la movida. La coperta al momento è corta. L’immunità di gregge è lontana e si tenta di fare quel che si può con le poche carte che si hanno in mano.

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ultimo aggiornamento: 23 Aprile 2021 9:58

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