Casi di trombosi, l’Aifa raccomanda AstraZeneca per gli over 60 ma le Regioni vaccinano i giovani. Perché? Cosa dicono i dati.
Gli ultimi casi di trombosi che hanno colpito una quarantenne e una diciottenne dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno riacceso le polemiche sulla sicurezza del prodotto. È doveroso evidenziare che i casi sono stati segnalati alle autorità sanitarie ma che al momento non sono emersi indizi su un nesso causale tra la vaccinazione e le trombosi. Ma va anche detto che le autorità sanitarie europee ed italiane hanno confermato di non escludere che AstraZeneca e Johnson & Johnson possano causare eventi avversi di questo tipo. Questo pur ritenendo che i benefici superano i rischi e che si tratti di vaccini sicuri ed efficaci contro il Covid.
Vaccino Covid, Aifa raccomanda AstraZeneca per gli over 60. Cosa sappiamo sui casi di trombosi
Dopo lo stop a livello europeo e il successivo via libera dell’Ema, i Paesi si sono divisi. qualcuno ha sospeso la somministrazione del vaccino, qualcuno ha deciso di non somministrarlo ai giovani. La Francia e la Danimarca, tanto per fare due esempi, hanno dato il via libera alla somministrazione agli over 55. In Spagna si procede con la somministrazione solo nella fascia di età 60-69
L’Italia ha raccomandato la somministrazione in via prioritaria agli over 60. In poche parole le dosi a disposizione dovevano essere somministrate prioritariamente ai soggetti con più di 60 anni. Per due motivi. Il primo: tra gli over 60 gli eventi avversi si sono rivelati inferiori all’atteso. Sono stati segnalati meno eventi avversi di quanto si credeva. Il secondo motivo, l’Italia aveva bisogno di accelerare la somministrazione del vaccino ai soggetti fragili per poter pianificare le riaperture.
Entrati in una nuova fase della campagna di vaccinazione, caratterizzata dalla somministrazione ai giovani, l’Aifa non ha cambiato le proprie indicazioni: ancora il 26 maggio l’Agenzia continuava a raccomandare la somministrazione di AstraZeneca e Johnson & Johnson agli over 60. Questo non significa che la somministrazione agli under 60 sia vietata, assolutamente. E infatti le regioni stanno somministrando questi vaccini anche ai giovani e ai ragazzi. Hanno aderito agli Open Day donne under 50 e under 40. Molte dosi sono state somministrate ai ragazzi di vent’anni. Questo nonostante i dati.
Cosa dicono i dati
È essenziale essere chiari: nel riconoscere che i casi di trombosi potrebbero essere collegati alla somministrazione di AstraZeneca e Johnson & Johnson e rimarcando come i casi registrati siano pochissimi, parlando dal punto di vista di percentuale, l’Ema ha detto e ripetuto di non aver individuato fattori di rischio specifici. Non esiste un identikit di soggetti maggiormente a rischio. I dati dimostrano però che i casi sono stati registrati principalmente in soggetti con meno di 60 anni e prevalentemente nelle donne.
Le indicazioni delle autorità sanitarie non vietano la somministrazione del vaccino agli under 60, ma i dati, ribadendo che parliamo di un numero limitatissimo di casi, sembrerebbero suggerire la via della prudenza.
L’importanza del vaccino
È evidente che non ci siano dubbi sull’importanza della campagna di vaccinazione e sulla necessità di vaccinarsi. I vaccini rappresentano, come confermato dai dati sull’epidemia, l’unica arma per uscire dall’emergenza.