E’ iniziato il processo per Patrick Zaki. La quarta udienza rinviata al prossimo 6 aprile.
ROMA – Il processo per Patrick Zaki ha preso il via presso il tribunale di Mansura. La prima udienza è durata solamente 5 minuti, con il ricercatore che ha preso la parola dichiarandosi ancora una volta innocente. Anche il legale ha sostenuto la tesi chiedendone il rilascio immediato o almeno che venga loro consegnato il suo dossier. Al termine della terza udienza è arrivata la prima svolta nel processo. I giudici hanno disposto la scarcerazione di Zaki, che non viene però assolto dalle accuse a suo carico.
Zaki è accusato di diffusione di false notizie all’interno e all’esterno del Paese, reato perseguibile con una condanna fino a cinque anni di reclusione. Resta il dubbio su un secondo capo di accusa. Inizialmente Zaki era stato accusato di propaganda sovversiva e terroristica, reato che prevede una condanna fino a 25 anni di reclusione. In occasione del rinvio a giudizio sembrava che il capo di accusa fosse cambiato in diffusione di notizie false. Nei giorni precedenti alla seconda udienza diversi giornali italiani hanno comunicato che a carico del ricercatore potrebbe esserci anche il primo caso di accusa, quello più grave.
Si apre il processo a carico di Zaki: la prima udienza
Nella brevissima udienza, il ricercatore si è dichiarato innocente e il suo legale ha chiesto che venga mostrato loro il dossier con i capi di accusa. Evidentemente l’avvocato vuole sapere se Zaki è accusato solo di diffusione di notizie false o anche di propaganda sovversiva e terroristica, reato che può portare ad una condanna a 25 anni di reclusione.
La seconda udienza è stata fissata per il 28 settembre. Fino a quella data lo studente dell’Università di Bologna dovrà restare ancora in cella.
La seconda udienza
In occasione della seconda udienza, Zaki è arrivato in Tribunale in manette, poi è stato accompagnato fino alla gabbia degli imputati.
Presenti in Aula il padre George e la sorella Marise. Presenti anche diversi diplomatici.
La seconda udienza è durata meno di cinque minuti. La legale del ricercatore ha chiesto il rinvio e una copia del fascicolo. Il nuovo appuntamento in aula è per il 7 dicembre.
La terza udienza, Zaki: “Grazie Italia”
La terza udienza del processo si celebra il 7 dicembre. Zaki ha potuto scambiare alcune parole con un diplomatico italiane al quale ha fatto sapere di essere in buone condizioni. Lo studente ha voluto ringraziare l’Italia per l’impegno e la vicinanza mostrata durante questi mesi.
La terza udienza è durata, come le precedenti, appena una manciata di minuti. Al termine dell’udienza i legali dello studente hanno comunicato che Zaki sarà rimesso in libertà anche se non sarà assolto. La quarta udienza è fissata al 1 febbraio.
Zaki torna libero dopo 22 mesi in carcere. Draghi: “Soddisfazione per scarcerazione”
Patrick Zaki torna quindi libero dopo 22 mesi di detenzione in carcere. Si tratta di un insperato passo in avanti nella vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto. Lo studente deve però ancora fare i conti con le accuse a suo carico visto che la scarcerazione non comporta l’assoluzione dalle accuse.
Alla notizia della scarcerazione il premier Draghi in una nota, riportata da Palazzo Chigi, ha confermato “la soddisfazione per la scarcerazione, ma ribadito la massima attenzione da parte del Governo su questa vicenda“.
Trasferito nel commissariato di Mansoura per le procedure burocratiche, Zaki è stato liberato nella mattinata dell’8 dicembre, dopo 22 mesi di detenzione in carcere. Lo studente ha fatto sapere di stare bene e ha poi detto, in perfetto italiano, “Forza Bologna“, in segno di ringraziamento alla sua città di adozione.
La quarta udienza rinviata al 6 aprile
La quarta udienza del processo, che secondo i legali di Zaki potrebbe essere quella decisiva, è stata rinviata al prossimo 6 aprile. Nella quarta udienza i giudici potrebbero assolvere lo studente o formalizzare le accuse a suo carico. Nel secondo caso la situazione si complicherebbe e non poco, ovviamente.
Cosa rischia Patrick Zaki
Lo studente dell’Università di Bologna rischia una condanna per diffusione di notizie false all’interno e fuori il Paese, reato che può costare fino a cinque anni di reclusione.
L’accusa nasce da un articolo scritto da Zaki nel 2019 per una testata egiziana. Nell’articolo in questione Zaki parlava delle condizioni degli egiziani di religione copta.
Come riportato dall’Ansa, in caso di condanna Zaki potrebbe rimanere in cella per altri tre anni e mezzo circa.
Notizia in aggiornamento