L’Inps ha pubblicato le linee guida per lo stop al lavoro se si superano i 35 gradi.
Il caldo estremo di questi mesi estivi sta provocando grosse conseguenze non solo ambientali ma anche alla nostra salute. Per questo motivo, Inps e Inail hanno deciso di indire una cassa integrazione per il forte caldo, se si arriva a 35 gradi effettivi o percepiti che siano. Gli enti comunicano la decisione attraverso la pubblicazione delle linee guida per prevenire le «patologie da stress termico». Inoltre, hanno diffuso un decalogo per imprese e lavoratori su come difendersi dai fenomeni climatici estremi.
«Le imprese potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della Cassa Integrazione quando il termometro supera i 35 gradi. Ai fini dell’integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature “percepite”». Questa decisione arriva dopo la morte dell’operaio di Rivoli a causa del caldo. Ci sono determinati lavori, appunto, che sono più a rischio come: i lavori di stesura del manto stradale, quelli di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto con indumenti di protezione.
Le misure per contrastare lo stress da caldo
Nella nota, l’Inail elenca le patologie derivate dal caldo come crampi, dermatiti da sudore e squilibri idrominerali fino al colpo di calore che comporta innalzamento della temperatura oltre i 40 gradi e aritmie cardiache. La Cassa integrazione potrà essere richiesta anche se dovesse essere interrotta o sospesa l’attività lavorativa a causa delle elevate temperature.
L’Inail ha allestito due piattaforme web per contrastare lo stress da calore nell’ambito del progetto Worklimate in cui suggerisce di bere un bicchiere d’acqua fresca ogni 15 minuti, vestirsi in maniera adeguata (con capi leggeri) e di evitare di lavorare a pelle nuda. Inoltre, chiede ai datori di lavoro di riorganizzare i turni e promuovere forme di aiuto e controllo reciproco tra i lavoratori e segnalare in caso di segni di stress da calore.