Il Fondo monetario internazionale rileva, sulla base dei suoi dati, un rialzo del Pil in Italia, maggiore di Germania e Francia.
Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto i dati del Pil italiano per il biennio 2022-23. Complice anche la corsa dei prezzi provocata dall’invasione della Russia, la crescita del nostro paese viene rialzata di 0,2 punti, rispetto alla previsione di luglio scorso, per toccare il 3,2%. Ma la revisione cambia segno per il 2023 quando il Fondo stima un Pil dell’Italia in calo a -0,2%.
Il pil in Italia
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) rileva una crescita del Pil per l’Italia. Mentre per il 2021 è stato di +6,6%, è prevista una crescita del pil nel 2022 del 3,2%, ovvero 0,2 punti percentuali in più rispetto alle stime di luglio. Per il 2023 invece si prevede un taglio di 0,9 punti percentuali, stimando una contrazione dell’economia dello 0,2%.
Rispetto a Germania e Francia, l’Italia cresce nel 2022 rispettivamente di +1,5% e +2,5% con una ripresa dei servizi turistici e della produzione industriale. Questo dato nella prima metà del 2022 ha contribuito a previsioni di crescita del 3,2%, ma è attesa rallentare fortemente nel 2023.
Nel resto d’Europa
Il Fmi attesta intanto un rallentamento per la Germania e la Francia del 2023. Si stima che il pil della Germania si contrarrà il prossimo anno dello 0,3% dopo aver segnato un +1,5% nel 2022. Per la Francia invece è attesa crescere del 2,5% quest’anno e dello 0,7% il prossimo. Frenano anche la Spagna e la Gran Bretagna, rispettivamente con una crescita dell’1,2% e dello 0,3% nel 2023.
Per l’economia globale sono attesi gravi rischi al ribasso. Il Fmi conferma la crescita del 2022 al +3,2% ma rivede al ribasso quella del 2023 al 2,7%. “Più di un terzo dell’economia globale si contrarrà nel 2023, mentre le tre maggiori economie – Usa, Cina e Unione Europea – continueranno lo stallo. In breve il peggio deve ancora venire e per molti il 2023 sarà avvertito come recessione”, afferma il capo economista del Fmi Pierre-Olivier Gourinchas, sottolineando come l’invasione della Russia continua a destabilizzare con forza l’economia globale.