Una vera e propria svolta nel caso dell’omicidio di Silvia Nowak a Castellabate, nel salernitano. Spunta l’audio che ha incastrato il colpevole.
Sembra poter aver trovato la parola fine il caso legato all’omicidio Silvia Nowak, la 53enne tedesca uccisa e semi-carbonizzata nel bosco confinante con la proprietà in cui viveva da diversi anni con il compagno. Secondo gli inquirenti due elementi decisivi avrebbero fatto luce sull’assassinio e sul colpevole. In questo senso un audio tremendo con le urla della donna avrebbe incastrato il killer.
Omicidio Silvia Nowak: due elementi decisivi
Sarebbero due gli elementi decisivi che avrebbero portato gli inquirenti a fare finalmente luce sul caso dell’omicidio Silvia Nowak, la 53enne tedesca uccisa e semi-carbonizzata nel bosco confinante con la proprietà in cui viveva da diversi anni con il compagno, a Castellabate (Salerno).
Nel corso dei rilievi eseguiti dai carabinieri – come sottolineato anche da Adnkronos – sono state trovate tracce di sangue su un paletto della recinzione sul retro dell’abitazione. Non solo. Un altro elemento chiave riguarda il sistema di videosorveglianza presente nella casa. Gli apparecchi presenti nell’abitazione non registravano solo immagini ma acquisivano anche audio. Proprio uno di questi avrebbe catturato una frase molto significativa per gli inquirenti e anche le urla della donna. Tale situazione avrebbe portato le autorità a ritenere il compagno della donna il colpevole del delitto.
L’audio con le urla strazianti
Repubblica, in particolare, ha riferito alcuni dettagli in merito all’audio decisivo. “Alle ore 16, 11 minuti e 56 secondi del 15 ottobre scorso” – si legge -, “le telecamere di videosorveglianza di una proprietà privata di Ogliastro Marina, in Cilento, registrano ‘l’urlo straziante’ di una donna. Dopo 24 secondi, il grido si ripete”.
L’audio in questione sarebbe supportato anche dalla ricostruzione effettuata con le immagini della videosorveglianza. Gli inquirenti sembrano sostenere che il compagno della donna, Kai, avrebbe ucciso Silvia per poi tentare di bruciarne il corpo nel bosco. L’uomo è stato, infatti, immortalato, in due momenti diversi, prima dirigendosi verso la natura e poi all’interno della proprietà, a petto nudo, senza però essere stato ripreso nel compiere il tragitto precedente.