Giuseppe Conte critica il governo di Giorgia Meloni per il taglio del cuneo fiscale e l’aumento degli stipendi dei ministri.
Il 2025 si apre con un duro attacco da parte del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, nei confronti del governo in carica di Giorgia Meloni. Al centro della polemica – ancora una volta – il taglio del cuneo fiscale e i suoi effetti sulle buste paga dei lavoratori. Ma non solo, è finito nel mirino anche l’aumenti degli stipendi per i ministri.
Taglio del cuneo fiscale: l’accusa di Giuseppe Conte
Secondo quanto dichiarato da Giuseppe Conte – come riportato dall’Ansa – sui propri canali social, molti lavoratori – purtroppo – non vedranno miglioramenti nelle loro buste paga nel 2025.
Anzi, al contrario: “Nel 2025 migliorano le paghe per alcuni ministri ma non la busta paga di molti lavoratori fra 10 e 35mila euro di reddito: non solo non avranno 1 euro in più sullo stipendio rispetto al 2024, ma perderanno da 5 a quasi 100 euro in totale quest’anno“, attacca il leader del M5S.
L’ex premier ha sottolineato che il taglio del cuneo fiscale non è affatto una novità, ma una misura già applicata negli anni precedenti, senza però apportare i risultati sperati. “Degli annunci sui miracoli del taglio del cuneo – misura che esisteva già negli anni passati – resta questa beffa per molte delle persone coinvolte“, ha dichiarato il leader pentastellato.
Parallelamente, si fanno sempre più pressanti le preoccupazioni legate ai rincari che colpiranno le famiglie italiane nel 2025. Tra aumenti delle bollette energetiche, pedaggi autostradali e altri beni di prima necessità, i costi a carico delle famiglie “sfioreranno i mille euro in vari settori nei prossimi 12 mesi“.
Le mancate misure contro il carovita
Il Movimento 5 Stelle aveva avanzato diverse proposte per contrastare l’aumento del costo della vita, tutte però respinte dal governo. Tra queste, elenca nel post social Giuseppe Conte, c’è : “Da i 100 euro al mese in più in più alle pensioni minime agli aumenti per i tantissimi italiani che stanno finendo in cassa integrazione“.
L’ex premier ha denunciato che – mentre i rincari si fanno sentire – il governo si mostra insensibile alle difficoltà crescenti delle famiglie e dei lavoratori. L’accusa di essere “completamente fuori dalla realtà” è stata rilanciata più volte dal leader del M5S, che ha concluso chiedendo un cambio di rotta.