Il caso di Rosa Vespa e Aqua Moses, la testimonianza dei vicini sulla neonata rapita dalla coppia e il “piano” dei due.
Una vicenda che ha lasciato tutti con la bocca spalancata e i brividi, quella vissuta a Cosenza, con una neonata rapita dopo appena poche ore di vita all’interno di una clinica. A compiere il terribile gesto, una coppia, Rosa Vespa e Aqua Moses, fortunatamente fermata dalle autorità a stretto giro dai fatti. Dietro tali azioni, però, si nasconderebbero questioni molto gravi con tanto di piano pensato ben prima di agire.
Neonata rapita a Cosenza: i fatti
Ha destato grande clamore la vicenda, per fortuna terminata con lieto fine, della neonata rapita a Cosenza da parte di una coppia, Rosa Vespa e Aqua Moses. I due erano riusciti a prelevare la piccola Sofia Cavoto, di appena un giorno di vita, dalla clinica Sacro Cuore, nel centro della città.
Dopo l’allarme fatto partire dai genitori, le forze dell’ordine avevano trovato marito e moglie, lei, 51 anni, di Cosenza, lui 43, cittadino senegalese, insieme alla bimba.
La donna, secondo quanto si è appreso, aveva simulato la gravidanza ed una settimana fa aveva comunicato sui social di avere partorito un bambino. Dopo essersi intrufolata nella clinica spacciandosi per infermiera, ecco il fattaccio.
La testimonianza dei vicini di Rosa Vespa e Aqua Moses
Sebbene le indagini sull’accaduto siano ancora in corso, a rendere tutta la vicenda ancora più complicata, quello che sarebbe stato, fin da principio, il piano di Rosa e Aqua, studiato, appunto, per avere un loro bebè.
“Siamo tutti sconvolti”, ha fatto sapere un vicino della coppia come riportato da Leggo. “Nel nostro condomino le famiglie abitano da più di 40 anni e siamo, e non per modo di dire, una famiglia. Rosa è sempre stata una ragazza sana, vivace. Ha trovato l’amore, con questo ragazzo, bravissimo. Un gran lavoratore e molto rispettoso di tutti”.
Il vicino di casa, insomma, ha descritto Rosa e Aqua come una coppia normale e tranquilla. La testimonianza, però, risulta essere decisamente scioccante nei passaggi seguenti.
“Rosa fisicamente è sempre abbondante. Poi metteva dei vestiti che in qualche modo mettevano in evidenza la pancia. Per quello che ne so ha sempre mostrato gli esiti delle ecografie, persino la morfologica“, ha raccontato il vicino. “Quindi, che sospetti potevamo avere? Che si sappia, lei non ha mai chiesto alla madre o alla sorella di farsi accompagnare in occasione delle visite mediche. Del resto, è stata sempre molto indipendente”.
Stando al vicino, la coppia aveva preparato anche la festa per l’arrivo del bimbo con tanto di bomboniere. Una storia drammatica che dovrà trovare ulteriori spiegazioni e motivazioni.
Il commento dell’esperta: la motivazione dietro il rapimento
La vicenda ha generato grande discussione nell’opinione pubblica. Sempre su Leggo è stato possibile leggere una bella intervista sul caso fatta a Elisa Caponetti, psicologa e psicoterapeuta, che ha provato a dare delle risposte sul caso.
“Il rapimento di un neonato da parte di una donna può avere diverse motivazioni, molte delle quali sono complesse e radicate in fattori psicologici, sociali ed emotivi che però vanno ricercate all’interno della singola e specifica storia di vita personale e familiare”, ha detto la Caponetti.
L’esperta ha aggiunto anche tra i vari passaggi: “Il desiderio di maternità è un sentimento profondo e radicato in molte donne, in questo caso specifico e a quanto sta emergendo dalle notizie diffuse, era diventato un’ossessione“.
La Caponetti ha spiegato che, probabilmente, dietro tali azioni ci sia stato un piano: “In base a quel che sta emergendo, sì. Sembrerebbe che insieme al marito avessero programmato anche in passato un altro rapimento. Inoltre, stando a quanto sappiamo, avrebbero simulato per ben 9 mesi la gravidanza. Hanno pertanto studiato insieme da tempo il piano da mettere in atto, un piano lungo e dettagliato”.
Secondo l’esperta anche il marito di Rosa ha giocato un ruolo importante a conferma del fatto che la coppia fosse “una coppia disfunzionale”.