All’interno del Pd emerge la “Cellula Gentiloni e libertà”, un gruppo di riformisti che potrebbe mettere in discussione Schlein.
Nel panorama politico italiano, il Partito Democratico (Pd) sta attraversando una fase di profonde riflessioni interne. Recentemente, a Bruxelles, lontano dai riflettori nazionali, si è formato un gruppo di riformisti all’interno del partito. Questo gruppo, composto da membri che condividono una visione comune, sta iniziando a delineare una strategia per il futuro del Pd.
Le dinamiche interne al Pd
All’interno del Pd, le discussioni sulle direzioni politiche da intraprendere sono sempre state presenti. La recente proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori, originariamente avanzata dalla Cisl, ha visto il partito dividersi sulle modalità di emendamento. Cecilia Guerra ha espresso preoccupazione riguardo al potenziale danno per la Cgil, mentre figure come Lorenzo Guerini e Piero De Luca hanno manifestato contrarietà, sottolineando che emendare quel testo significherebbe riconoscerlo come base.
Le sfide per la leadership di Elly Schlein
In questo contesto, la leadership di Elly Schlein si trova ad affrontare nuove sfide. Dario Franceschini, in una recente intervista a Repubblica, ha affermato: “Marciare divisi per battere la destra”, causando ulteriori discussioni all’interno del partito. Parallelamente, la premier Giorgia Meloni ha ricevuto elogi da figure come Corrado Augias, che sul Corriere della Sera l’ha definita “brava” e “determinata”. I sondaggi attuali indicano che una parte significativa dell’elettorato si identifica con la destra, mentre il 43% degli intervistati si astiene dal voto.
In questo scenario complesso, emerge la notizia chiave: la formazione della “Cellula Gentiloni e libertà”, una nuova fronda interna al Pd nata a Bruxelles. Questo gruppo di riformisti, pur operando dietro le quinte, sembra intenzionato a mettere in discussione la leadership di Elly Schlein. Tuttavia, i collaboratori di Paolo Gentiloni smentiscono qualsiasi coinvolgimento diretto dell’ex premier, affermando: “Ma scherziamo? Paolo non farebbe mai qualcosa contro la segretaria”. Nonostante le smentite, la presenza di questa cellula rappresenta una sfida significativa per la coesione e il futuro del Partito Democratico. Il tutto come riportato da liberoquotidiano.it
