L’amministrazione Trump interrompe le cyber-operazioni offensive contro la Russia. Un cambio di rotta rispetto al passato.
Negli ultimi anni, gli attacchi informatici russi hanno rappresentato una minaccia costante per gli Stati Uniti e i loro alleati. Da intrusioni nei sistemi governativi a sabotaggi su infrastrutture critiche, le attività di gruppi hacker legati a Mosca hanno spinto Washington ad adottare contromisure sempre più aggressive. Durante il primo mandato di Donald Trump, il Cyber Command americano aveva intensificato le operazioni offensive, penetrando nei sistemi russi e mettendo sotto pressione le reti di Mosca.

Un cambio di strategia sulla cybersicurezza
Tuttavia, la situazione geopolitica è mutata. Con il conflitto in Ucraina ancora in corso e il ruolo degli Stati Uniti come mediatore, la Casa Bianca ha deciso di rivedere le proprie strategie. Il nuovo segretario alla difesa, Pete Hegseth, ha dato l’ordine di interrompere tutte le operazioni informatiche offensive contro la Russia. Una mossa che ha sorpreso molti, soprattutto alla luce delle tensioni passate tra Washington e Mosca.
L’influenza della guerra in Ucraina e il ruolo di Putin
La decisione di fermare gli attacchi informatici arriva in un momento cruciale. Trump ha espresso più volte l’intenzione di mediare tra Russia e Ucraina, cercando un accordo di pace che possa porre fine al conflitto. Secondo fonti interne, l’ordine di cessare le operazioni potrebbe essere un gesto di apertura nei confronti di Vladimir Putin, nella speranza che Mosca ricambi riducendo la propria attività ostile nel cyberspazio.
Eppure, questa scelta comporta rischi significativi. Gli hacker russi hanno continuato ad attaccare istituzioni occidentali, colpendo ospedali, infrastrutture e reti di comunicazione. La decisione di Trump potrebbe quindi esporre gli Stati Uniti e i loro alleati a nuove minacce, senza alcuna garanzia che il Cremlino risponda con la stessa moderazione.
La vera svolta, tuttavia, risiede nel contrasto con il passato: durante il primo mandato, Trump aveva autorizzato operazioni segrete mirate a contrastare le interferenze russe, arrivando persino a permettere l’infiltrazione nei sistemi energetici di Mosca. Ora, invece, ha scelto di smantellare queste iniziative, aprendo un nuovo capitolo nei rapporti tra Washington e il Cremlino.