Giorgetti critica il piano UE sulla difesa: "No a scelte affrettate"
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Giorgetti critica il piano UE sulla difesa: “No a scelte affrettate”

Giancarlo Giorgetti

Il ministro dell’Economia Giorgetti mette in guardia sui rischi di un piano di difesa europeo affrettato e senza una strategia chiara.

Negli ultimi mesi, il dibattito sulla difesa europea è diventato sempre più centrale nelle discussioni politiche e strategiche dell’Unione Europea. La guerra in Ucraina ha accelerato la necessità di rafforzare le capacità militari del continente, spingendo le istituzioni europee a proporre nuovi investimenti per la sicurezza. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha recentemente presentato un piano ambizioso per potenziare le capacità di difesa dell’UE.

Tuttavia, l’iniziativa non ha trovato tutti d’accordo. Mentre alcuni leader europei vedono questa proposta come un passo necessario per l’autonomia strategica del continente, altri sollevano dubbi sulla sua sostenibilità economica e sulla reale efficacia di un sistema di difesa comune. Il tema divide anche il governo italiano, dove emergono posizioni differenti tra i principali esponenti dell’esecutivo.

Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti

Giorgetti: “Investimenti ragionati, non scelte affrettate”

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha espresso forti perplessità sulla proposta di von der Leyen. Durante un intervento in videoconferenza con un convegno economico della Lega, Giorgetti ha sottolineato la necessità di evitare decisioni prese sotto la pressione dell’urgenza.

“Altra cosa è la difesa e sicurezza europea che implica un programma ragionato meditato di investimenti in infrastrutture militari che abbiano un senso, e non fatto in fretta e furia senza una logica”, ha dichiarato.

Secondo il ministro, il rafforzamento della sicurezza dell’UE richiede un programma di investimenti strutturali e di lungo termine, non un piano improvvisato. “Per comprare un drone o un missile supersonico, non si va al supermercato, ci vogliono investimenti pluriennali”, ha avvertito Giorgetti, sottolineando che una politica di difesa efficace necessita di una pianificazione strategica basata su risorse adeguate e tempistiche realistiche.

Ha inoltre invitato alla prudenza per evitare gli errori del passato: “In questo momento bisogna mantenere sangue freddo e ragionare, prendere i nostri impegni ma non entrare nella sindrome che in altri momenti ci hanno portato a comprare montagne di vaccini a prezzi incredibili, per poi buttarne una parte, o la stessa cosa con il gas. Questi errori clamorosi fatti da caos e confusione, dobbiamo evitarli”.

Infine, ha ricordato che, nonostante le ambizioni europee, “senza gli USA diventa molto, ma molto complicato immaginare una forma di soluzione”.

Le reazioni di Tajani e Gentiloni sul tema della difesa

Non tutti, però, condividono le preoccupazioni del ministro dell’Economia. Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, ha accolto con favore l’iniziativa europea, precisando che il piano di von der Leyen non deve essere visto come un’alternativa alla NATO, bensì come un complemento alla sicurezza transatlantica.

“Abbiamo visto con favore la decisione della presidente della Commissione Ue verso la difesa europea, che non è una scelta alternativa alla Nato”, ha affermato, aggiungendo che l’obiettivo è “rafforzare l’alleanza transatlantica, con un pilastro europeo e uno americano, garanzia di pace per tutti”.

Anche l’ex commissario europeo Paolo Gentiloni ha espresso un giudizio positivo, definendo il piano “un primo passo, che vada nella direzione giusta”. Pur ammettendo che possa essere migliorato, Gentiloni ritiene che l’Europa debba rafforzare la propria capacità di difesa per far fronte alle sfide globali: “È chiaro che può essere migliorato, però nelle ore difficili che stiamo attraversando penso che sia un segnale che va nella direzione giusta. Poi vedremo”.

La questione chiave: l’Europa può difendersi senza gli USA?

Il dibattito ruota attorno a un punto centrale: l’Europa è davvero pronta a costruire un sistema di difesa autonomo senza dipendere dagli Stati Uniti? Giorgetti non ne è convinto e avverte che senza il supporto americano sarà “molto, ma molto complicato” garantire la sicurezza del continente.

Le parole del ministro evidenziano una frattura nel dibattito italiano ed europeo: da un lato, la spinta verso un’Europa più indipendente nella difesa; dall’altro, il timore di scelte affrettate che potrebbero rivelarsi inefficaci o troppo costose. Il futuro della sicurezza europea resta dunque un tema aperto, con posizioni contrastanti e molte incognite sul cammino da seguire.

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ultimo aggiornamento: 6 Marzo 2025 9:01

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