Hamas propone una tregua di 5-10 anni con disarmo a Gaza. Israele risponde interrompendo la fornitura di elettricità nella Striscia.
La Striscia di Gaza, territorio palestinese lungo la costa del Mediterraneo, è stata per decenni al centro di tensioni e conflitti tra Israele e gruppi palestinesi. La sua posizione strategica e le complesse dinamiche politiche hanno reso questa regione un punto focale nelle relazioni mediorientali. Negli anni, vari tentativi di negoziato e cessate il fuoco sono stati intrapresi, con l’obiettivo di raggiungere una pace duratura e stabile.
Dopo il ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia di Gaza nel 2005, il territorio è stato governato da diverse fazioni palestinesi. Con Hamas che ha assunto il controllo nel 2007. Questo ha portato a una serie di conflitti armati tra Israele e Hamas, caratterizzati da operazioni militari, lanci di razzi e blocchi economici. La popolazione civile di Gaza ha sofferto enormemente a causa di queste tensioni, affrontando crisi umanitarie, carenze di beni di prima necessità e infrastrutture danneggiate.

Proposta di tregua di Hamas
In un recente sviluppo, Hamas ha avanzato una proposta significativa: una tregua della durata compresa tra cinque e dieci anni, accompagnata dal disarmo del gruppo nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato da fonti israeliane, l’inviato speciale degli Stati Uniti per gli ostaggi, Adam Boehler, ha dichiarato che Hamas avrebbe proposto “lo scambio di tutti i prigionieri e una tregua da cinque a dieci anni in cui Hamas deporrebbe tutte le armi e in cui gli Stati Uniti, così come altri Paesi, si assicurerebbero che non ci siano tunnel e che Hamas non sia coinvolto nella politica in futuro”.
Boehler ha inoltre aggiunto: “Non mi sembrava una cattiva prima offerta”. Questa dichiarazione suggerisce un’apertura da parte degli Stati Uniti nel valutare la proposta. Ma resta da vedere se Israele e altri attori coinvolti saranno disposti ad accettarla.
Tra i timori che la Casa Bianca dia priorità al rilascio degli ostaggi americani rispetto a quelli israeliani, Boehler ha rassicurato: “L’amministrazione Trump intende far rilasciare sia gli americani che gli israeliani, il nostro impegno è totale”.
Ha anche smentito alcune dichiarazioni dei funzionari israeliani che affermavano di non essere stati informati preventivamente: “Le mie azioni sono state coordinate con Israele… anche se forse alcuni hanno detto che non era così. Il mio compito non è quello di mettere da parte Israele, Israele è un alleato importante”.
Israele interrompe la fornitura di elettricità
Parallelamente alla proposta di tregua, Israele ha adottato una misura drastica: il ministro dell’Energia, Eli Cohen, ha ordinato alla Israel Electric Corporation di interrompere immediatamente la fornitura di elettricità alla Striscia di Gaza. Secondo il Times of Israel, questa decisione sembra essere un tentativo di aumentare la pressione su Hamas affinché rilasci i 59 ostaggi ancora detenuti.
Cohen ha dichiarato: “Impiegheremo tutti gli strumenti a nostra disposizione affinché tutti gli ostaggi tornino e faremo in modo che Hamas non sia a Gaza il ‘giorno dopo’”.
Un funzionario israeliano ha precisato che l’interruzione dell’energia colpirà principalmente l’impianto di desalinizzazione vicino a Deir el-Balah, nella parte centrale della Striscia di Gaza.
Hamas ha risposto duramente a questa decisione, con il membro dell’ufficio politico Izzat al-Rishq che ha dichiarato: “Condanniamo con fermezza la decisione dell’occupazione di tagliare l’elettricità a Gaza, dopo averla privata di cibo, medicine e acqua”.
Ha poi aggiunto: “Si tratta di un tentativo disperato di fare pressione sul nostro popolo e sulla sua resistenza attraverso tattiche di ricatto a buon mercato e inaccettabili”
La proposta di tregua avanzata da Hamas rappresenta un potenziale punto di svolta nel conflitto israelo-palestinese. Tuttavia, le azioni concomitanti, come l’interruzione della fornitura elettrica da parte di Israele, evidenziano le profonde tensioni e la complessità della situazione. La comunità internazionale ha ora l’opportunità di intervenire e facilitare un dialogo costruttivo tra le parti. Nella speranza di raggiungere una pace duratura e migliorare le condizioni di vita nella Striscia di Gaza.