Nel delitto di Garlasco, emergono nuovi dettagli sugli errori investigativi. Nuzzi denuncia a Quarto Grado le falle dell’inchiesta.
L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, è uno dei casi di cronaca nera più controversi in Italia. Dopo anni di indagini e processi, la vicenda sembra tutt’altro che chiusa. L’unico condannato, Alberto Stasi, continua a dividere l’opinione pubblica, mentre nuove piste investigative fanno emergere interrogativi inquietanti.
A distanza di quasi due decenni, il caso è tornato sotto i riflettori, spinto da nuove perizie e dichiarazioni. Gianluigi Nuzzi, durante l’ultima puntata di Quarto Grado, ha sollevato dubbi pesanti sugli errori commessi nelle indagini, mettendo in evidenza dettagli che potrebbero aver compromesso per sempre la ricerca della verità.

Le impronte cancellate: un errore irreparabile?
Uno degli aspetti più discussi riguarda una prova chiave che avrebbe potuto identificare con certezza l’assassino. Sul pigiama rosa a righe bianche di Chiara Poggi erano presenti cinque impronte di polpastrelli, una traccia potenzialmente decisiva. Tuttavia, per ragioni mai chiarite fino in fondo, il corpo della vittima venne spostato e la maglietta intrisa di sangue, rendendo impossibile il confronto delle impronte con quelle di eventuali sospettati.
Come ha denunciato Nuzzi in diretta:
“Chi ha ucciso Chiara aveva lasciato le impronte di cinque polpastrelli sulla spalla sinistra del pigiama rosa a righe bianche della povera Chiara. Era una firma. Bisognava prendere le impronte dattiloscopiche di questi cinque polpastrelli e capire chi era l’assassino. E invece il corpo è stato voltato, la maglietta rosa è finita intrisa di sangue e quella firma è stata cancellata per sempre.”
Questa ricostruzione evidenzia una delle maggiori falle dell’inchiesta: una prova fondamentale distrutta per sempre, che avrebbe potuto dare una svolta decisiva al caso.
Nuove indagini e il ruolo di Andrea Sempio
Oltre agli errori investigativi, il giornalista ha posto l’accento su un aspetto ancora più inquietante: le perizie genetiche ignorate. Diverse relazioni di esperti, tra cui quelle del genetista Pasquale Linarello nel 2016 e del professor Carlo Previderé, suggerivano possibili piste alternative. Tra queste, il nome di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, era emerso come possibile sospettato, ma la sua posizione è stata archiviata senza approfondimenti adeguati.
Nuzzi ha espresso il suo sdegno per la gestione del caso:
“Io trattengo lo sdegno, l’incredulità rispetto ai tanti, troppi errori che in questa inchiesta sono stati fatti. E dall’altra parte mi interrogo, ma più che io sapete, si sta interrogando a Pavia il procuratore capo Fabio Napoleone. Si sta interrogando con gli inquirenti per capire se questi errori sono frutto di qualcuno che ha amato troppo la sua tesi e si cerca di capire perché tre relazioni di altrettanti genetisti, del dottor Pasquale Linarello nel 2016, di un professore tedesco nel 2022, del dottor Carlo Previderé, andavano in una direzione e di queste tre relazioni è stata fatta coriandoli.”
Il procuratore capo di Pavia, Fabio Napoleone, sembra ora intenzionato a riesaminare il caso, interrogandosi su quanto accaduto e sui possibili errori giudiziari. L’ipotesi di una riapertura delle indagini non è più così remota.
Se questi errori fossero stati evitati fin dall’inizio, la giustizia per Chiara Poggi sarebbe arrivata molto prima?
Per l’omicidio di Chiara Poggi è stato condannato il suo ex fidanzato, Alberto Stasi. Ma ora dopo 18 anni la procura torna a indagare Andrea Sempio, l’amico del fratello della vittima.
— Quarto Grado (@QuartoGrado) March 14, 2025
Tanti, troppi errori sono stati fatti in questa inchiesta
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