Bersani alla manifestazione pro‑Gaza con il cappellino col simbolo “Sì” scatena accese polemiche su social e politica.
A ridosso delle urne referendarie, il clima politico si surriscalda, anche per via degli atteggiamenti dei leader politici, lo sa bene Bersani. Una manifestazione a Roma in solidarietà con la popolazione di Gaza si trasforma in terreno di scontro, soprattutto quando nella folla si nota una figura nota del centrosinistra: Pier Luigi Bersani.
Ex segretario del Partito Democratico, Bersani partecipa al corteo indossando un berrettino con la scritta “Referendum, io voto SÌ”, in un giorno in cui dovrebbe vigere il silenzio elettorale. Il suo gesto, ripreso in foto e video, viene subito rilanciato sui social e scatena reazioni contrastanti.

Il contesto e le accuse del centro-destra
Per il centro-destra, la partecipazione di Bersani con quel simbolo non è affatto casuale. In particolare, “Bersani che si fa intervistare al corteo per Gaza agghindato col cappello che invita a votare Sì ai referendum di domani, è una schifezza morale e legale”, dichiara senza mezzi termini un europarlamentare di Fratelli d’Italia.
Anche testate come il Secolo d’Italia sottolineano la gravità dell’episodio: la manifestazione si è svolta il giorno prima della consultazione, e viene letta da molti come una mossa “per cercare (disperatamente) di serrare le fila del campo progressista e dei suoi elettori”. Un’interpretazione che implica l’intenzione di influenzare l’elettorato in pieno silenzio elettorale.
Reazioni infuocate sui social
Le piattaforme digitali si trasformano subito in cassa di risonanza. Un utente scrive: “Di Gaza e dei bambini palestinesi non gli importa nulla. Hanno ‘sfruttato’ l’occasione solo per fare campagna elettorale”. Un altro commenta: “Ecco, il silenzio elettorale per loro non vale”, mentre c’è chi aggiunge: “Una schifezza anche legale perché oggi è giorno di silenzio elettorale. Ma per l’ennesima volta la sinistra organizza una manifestazione a meno di 24 ore dal voto, incurante della legge che le vieta”.
Ma il punto culminante arriva con il post ufficiale di Bersani su Facebook, che sembra confermare l’obiettivo politico della sua presenza al corteo: “Non ci si distingue: questo è il popolo del centrosinistra. Non sono antisemiti, sono qui per dire basta al massacro. È la stessa gente che dice Sì alla dignità del salario, Sì alla sanità per tutti, Sì alla cittadinanza di chi studia, lavora e paga le tasse qui. È tutta gente che domani andrà a votare”. Il tutto come riportato da liberoquotidiano.it
Dunque, non è solo il cappellino, ma il possibile tentativo di mobilitazione mascherata sotto le sembianze di una manifestazione umanitaria. Il gesto di Bersani – in pieno silenzio elettorale – ha scatenato una bufera politica e mediatica che rischia di segnare l’esito del voto.
#Bersani che si fa intervistare al corteo per #Gaza agghindato col cappello che invita a votare Sì ai #referendum di domani, è una schifezza morale e legale.
— Nicola Procaccini (@NProcaccini) June 7, 2025
Morale perché si strumentalizza il dramma palestinese, di cui evidentemente a Bersani, Conte, Schlein e Fratoianni… pic.twitter.com/n1qo6rfEJo