Martina Carbonaro uccisa in un cantiere finanziato dal Pnrr: richiesto un risarcimento e l’appello a Giorgia Meloni.
Dopo l’inaspettata decisione della madre di Alessio Tucci, ex fidanzato e reo confesso dell’omicidio di Martina Carbonaro, la famiglia della vittima annuncia una richiesta di risarcimento. Il loro avvocato, come riportato da Today, accusa le gravi mancanze di sicurezza presenti nel luogo in cui la quattordicenne è stata uccisa. Un cantiere attivo e non protetto, finanziato con i fondi del Pnrr, situato all’interno del centro sportivo comunale “Luigi Moccia” di Afragola. Richiesto anche l’intervento della premier Giorgia Meloni.

Martina Carbonaro uccisa in un cantiere finanziato dal Pnrr: le accuse
Secondo l’avvocato della famiglia Carboraro, l’omicidio non è avvenuto in un casolare abbandonato, come inizialmente ipotizzato. Bensì, è avvenuto “nei locali sovrastanti gli spogliatoi del palazzetto, all’interno del centro sportivo comunale Luigi Moccia“.
La struttura ospita anche uno stadio di calcio, un campo da rugby, un palazzetto dello sport e la sede del mercato settimanale. Alessio Tucci, secondo la difesa della famiglia, avrebbe ucciso la 14enne nel palazzetto oggetto di lavori di ristrutturazione finanziati dal Pnrr.
Inoltre, è stato nominato un architetto come consulente tecnico, il quale ha confermato che si trattava di un cantiere attivo. Come tale “avrebbe dovuto essere custodita e interdetta all’accesso non solo per la sicurezza dei lavoratori, ma anche per la tutela degli utenti della struttura sportiva“.
La richiesta di risarcimento e l’appello a Giorgia Meloni
Secondo l’avvocato, aggiunge Today, il contesto in cui si è consumato il delitto potrebbe avere avuto un ruolo determinante: “Se l’omicidio è stato premeditato la scelta di questo luogo non è certo casuale: la totale assenza di controlli ha rappresentato un invito a delinquere“.
Anche in assenza di premeditazione, sottolinea il legale della famiglia di Martina Carbonaro, “il cantiere ha fornito un’opportunità perfetta“. Infine, tramite l’agenzia Ansa, l’avvocato ha rivolto un appello diretto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il legale ha anche riferito che “le ripetute richieste formali di chiarimenti e documentazione inviate dall’architetto Sibilio all’ufficio Pnrr” non hanno ricevuto alcuna risposta.