Una testimone descrive la presenza della donna e la neonata a Villa Pamphilj prima del ritrovamento dei corpi. Le indagini proseguono.
Mentre a Garlasco il padre di Andrea Sempio ha ripercorso i movimenti del figlio nel giorno dell’omicidio di Chiara Poggi, a Roma si continua a indagare sulla tragedia avvenuta tra gli alberi di Villa Pamphilj. A gettare luce sugli ultimi giorni delle vittime, una donna e una neonata, è una testimone chiave.
Come scritto da Fanpage e riportato da Sky News, si tratta di un’operatrice del servizio giardini. Le sue parole rappresentano al momento uno dei pochi punti fermi in un’indagine ancora avvolta nel mistero.

Villa Pamphilj: i risultati dell’autopsia sulla donna e la neonata
La procura ha aperto un fascicolo per duplice omicidio volontario. L’autopsia ha confermato che la neonata è morta per strangolamento: presentava segni evidenti di ematomi e il suo stomaco era completamente vuoto.
Sulla madre, invece, non ci sono ancora certezze: il suo corpo, nudo e coperto da una busta di plastica, era stato probabilmente spostato e lasciato in quel punto giorni prima del ritrovamento. Al momento non sono stati riscontrati segni di violenza o overdose. Resta in piedi l’ipotesi di una morte per cause naturali, aggravata dalle condizioni estreme in cui vivevano. Gli esami istologici previsti nei prossimi giorni potranno fornire ulteriori dettagli.
Il racconto di una testimone
La donna, che lavora per il servizio giardini della villa, ha raccontato agli inquirenti di aver visto più volte la giovane madre e la sua bambina in fasce. Le due vivevano in una tenda collocata nei pressi del muro di cinta su via Leone XIII. Insieme a loro c’era un uomo descritto come dalla “carnagione olivastra“.
Secondo quanto scritto da Fanpage e riportato da Sky News, la testimone ha avuto un contatto diretto con loro circa una settimana prima del tragico ritrovamento. Parlando in inglese, ha spiegato a loro che “all’interno di Villa Pamphilj è vietato campeggiare“.
La tenda, oggi sotto sequestro, sarebbe stata fornita da un’associazione che si occupa di aiutare le persone senza fissa dimora. Si trovava a poca distanza dal luogo in cui sono stati scoperti i corpi, e potrebbe essere stata anche il teatro delle ultime ore di vita della madre e della figlia. Il racconto della testimone suggerisce che le vittime fossero già note ad alcuni frequentatori del parco. Ma nessuno sembra sapere con esattezza da quanto tempo vivessero lì.