In cosa consiste la quindicesima e chi sono i contribuenti che potranno fruirne: vediamo, insieme, tutti i dettagli in merito.
La quindicesima non rappresenta un diritto sancito per legge, né una voce standard in busta paga come, ad esempio, possono essere considerate tredicesima e quattordicesima. C’è da dire, però, che sempre più aziende stanno utilizzando tale strumento per per premiare i dipendenti con un bonus economico che è strettamente legati ai risultati aziendali. Scopriamo, dunque, insieme in cosa consiste.
Cos’è la quindicesima e chi ne ha diritto
A differenza delle mensilità aggiuntive – previste dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro – la quindicesima nasce dalla contrattazione di secondo livello, ovvero da accordi siglati tra l’azienda e le rappresentanze sindacali interne e territoriali.
La stessa può essere erogata in qualità di premio di produttività, ossia un bonus una tantum o sotto forma di quota sugli utili.

La Legge di Bilancio 2024, confermata fino al 2027, ha prorogato l’imposta sostitutiva al 5% per i premi fino a 3.000 euro lordi, tetto che sale a 4.000 euro per i lavoratori coinvolti nei modelli partecipativi aziendali.
Se l’azienda decide di redistribuire almeno il 10% degli utili annuali, i dipendenti potranno ricevere bonus detassati fino a 5.000 euro, a condizione che il reddito non superi gli 80.000 euro annui e che vi sia un contratto collettivo a regolamentare il tutto.
Dai motori al food: chi premia i dipendenti
Un esempio, in tal senso, è quello di Ferrari: l’azienda, infatti, ha annunciato – per il 2025 – un premio di competitività da 14.400 euro, più alto rispetto ai 13.500 dell’anno precedente.
Citiamo anche Lamborghini che ha distribuito bonus da 3.800 euro, Ducati con bonus tra i 2.500 e i 3.000 euro. Altre aziende come Brembo, Prysmian e Fincantieri erogano quindicesime che oscillano attorno ai 2.000-3.000 euro. STMicroelectronics – poi – ha riconosciuto premi fino a 4.000 euro. Barilla ha erogato fino a 2.000 euro e Lavazza ha superato i 3.600.