Caos per il Ponte sullo Stretto: i magistrati contabili della Corte dei Conti hanno bocciato la decisione del Cipess che aveva approvato il progetto definitivo.
Colpo di scena per il Ponte sullo Stretto. Dopo il via libera del Cipess che aveva dato l’ok al progetto definitivo, la Corte dei Conti ha detto “no” bocciando la decisione di agosto. Una situazione che ha provocato l’immediata reazione di Matteo Salvini e della Premier Giorgia Meloni che hanno comunque annunciato di voler andare avanti.

Ponte sullo Stretto: la bocciatura della Corte dei Conti
Ennesimo colpo di scena per quanto riguarda la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Infatti, la Corte dei Conti ha detto “no” al progetto che riguarda l’opera. La sezione centrale di controllo di legittimità sugli atti del Governo ha deciso di non ammettere al visto la delibera CIPESS n. 41/2025, che assegnava risorse e approvava il progetto definitivo del collegamento tra Sicilia e Calabria. Al momento non sono state rese note le motivazioni della decisione che, però, verranno rese pubblche entro trenta giorni. Ad ogni modo l’effetto della decisione resta immediato con quella delibera di agosto che non risulta valida.
La reazione di Salvini e Meloni
A stretto giro a seguito alla decisione della Corte dei Conti sono arrivate le dure reazioni del Governo. In particolare la Premier Giorgia Meloni ha fatto sapere: “La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”. E ancora: “Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer”.
Anche il vicepremier Matteo Salvini non è rimasto in silenzio annunciando la volontà di andare avanti e sottolineando come la decisione dei magistrati contabili sia “una scelta politica e una grave danno per il Paese”.