Bimba morta di stenti, Alessia Pifferi cambia di nuovo avvocato

Bimba morta di stenti, Alessia Pifferi cambia di nuovo avvocato

Rischia l’ergastolo per aver fatto morire la figlia di un anno e mezzo, ma cambia per la terza volta il suo difensore.

Alessia Pifferi è la donna che dallo scorso luglio è detenuta nel carcere di San Vittore con l’accusa di omicidio; in così poco tempo ha cambiato per la terza volta avvocato, nonostante su di lei pesi la condanna all’ergastolo.

Dopo essere finita in carcere, Alessia ha deciso di rinunciare ai sui primi difensori Solange Marchignoli e Luca D’auria dopo appena qualche mese, in favore di Fausto Teti. Il 21 marzo però la donna ha revocato l’incaricato all’avvocato Teti, nominato solo due mesi fa, in favore di Alessia Pontenani, conosciuta per difendere Tiziana Morandi, la donna definita la mantide della Brianza.

Ma Alessia Pifferi, dopo soli tre gironi, ci ha ripensato e ha voluto cambiare nuovamente il suo legale ritornando sui suoi passi, ma secondo l’avvocato Teti ormai non era più possibile continuare con la difesa dell’imputata e ha quindi rifiutato di proseguire con l’incarico.

Il nuovo avvocato del caso Pifferi è quindi Alessia Pontenani che si è messa subito all’opera chiedendo il rinvio dell’udienza. Questa richiesta è stata avanzata per permettere al nuovo legale di studiare al meglio tutti i documenti già raccolti sull’inchiesta.

giudice martello tribunale

Caso Pifferi: perizia psichiatrica per la madre

La piccola Diana che aveva solo un anno e mezzo è morta di stenti dopo che la madre Alessia Pifferi l’ha lasciata sola in casa per una settimana. La difesa di Alessia si basa tutta sulla perizia a cui è stata posta per valutare le sue capacità cognitive.

Dalla valutazione risulta che pur non avendo accertato delle patologie psichiatriche, la ragazza non possiede le capacità di prevedere le conseguenze e i rischi delle sue azioni. Secondo il suo difensore quindi, anche se Alessia è “lucida” nelle scelte che fa, non è in grado di valutarne le conseguenze; questo significa che, lasciando la figlia in casa da sola per tutto quel tempo non è stata capace di prevedere l’esito.

Secondo questa tesi, Alessia non potrebbe più essere accusata di omicidio volontario, ma solo come abbandono di minore con l’aggravante della morte della persona offesa; un cambiamento del genere comporterebbe non più l’ergastolo, ma 8 anni di carcere.

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