Un alluvione come quella nelle Marche accade ogni mille anni
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Un alluvione come quella nelle Marche accade ogni mille anni

Alluvione maltempo

L’alluvione dello scorso 15 settembre nelle Marche, rappresenta un evento talmente potente, da aver travolto gli strumenti di monitoraggio.

Il quantitativo esatto di pioggia caduta in quella notte non sarebbe possibile rilevarlo per mezzo degli idrometri del sistema della Protezione civile, “danneggiati o spazzati via” dalla furia della acqua nel giro di un’ora, tra le 20.30 e le 21.30.

All’interno del rapporto evento della Protezione civile, pubblicato sul sito della Regione Marche, si parla di un quadro del tutto eccezionale, “che ha una probabilità di accadimento una volta oltre 1.000 anni”. I tecnici pensano che sia stato superato ogni record di precipitazione da quando esiste la serie storica cominciata nel 1929: “I tempi di ritorno delle cumulate di pioggia negli intervalli di tempo 3 ore e 6 ore hanno raggiunto valori ‘fuori scala’ rispetto alle metodologie utilizzate, sicuramente superiori a 1.000 anni”. Un dato confermato, stando alla sintesi tecnica della protezione civile “dall’estensione delle aree alluvionate dal fiume che hanno occupato anche terreni deposti come minimo in epoca medioevale”.

Alluvione maltempo
Alluvione maltempo
Leggi anche
Covid: quinta dose a disposizione per i soggetti fragili

La stazione di Colle

La relazione porta ad esempio, la stazione pluviometrica di Colle situata tra Montecarotto e Serra de’ Conti, la quale ì “ha superato negli intervalli 3 e 6 ore con 162,4 mm e 186,4 mm i record storici di precipitazione di tutta la serie registrata nelle Marche a partire dal 1929”.

Un dato che potrebbe essere addirittura sottostimato, dicono i tecnici. Gli idrometri della rete di monitoraggio installati nei bacini di Misa e Nevola per seguire l’andamento dei livelli idrici, “sono stati danneggiati o spazzati via da una improvvisa ondata di piena che ha sormontato i sensori senza dargli neanche il tempo di segnalare l’aumento dei livelli registrati. Questo ha reso impossibile il monitoraggio strumentale di quanto si stava verificando. In un intervallo di un’ora all’incirca, tra le 20.30 e le 21.30, si è in pratica passati da una situazione misurata di pochi centimetri di acqua in alveo, ad una situazione di assenza del dato”.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 25 Settembre 2022 12:28

Covid: quinta dose a disposizione per i soggetti fragili

nl pixel