L’alternatore serve a ricaricare la batteria dell’auto; funziona grazie alla forza generata dal motore e trasmessa da una cinghia.
La maggior parte della auto, soprattutto quelle di più moderna generazione, sono equipaggiate con una gran quantità di dispositivi che funzionano grazie all’energia elettrica. La batteria, da sola, difficilmente può soddisfare un tale bisogno energetico ed è per questo che viene ‘supportato’ da una macchina elettrica, comunemente nota come alternatore.
Cos’è l’alternatore e come funziona
L’alternatore nasce durante il periodo a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento; il principale ambito di impiego è quello industriale, in particolar modo nelle centrali idroelettriche. Solo nella seconda metà degli anni Sessanta viene impiegato anche nell’industria automobilistica: la prima compagnia ad utilizzare questo tipo di tecnologia fu la Chrysler, poi seguita da altri colossi come Ford e General Motors.
Dal punto di vista tecnico, l’alternatore auto è una macchina elettrica, costituita essenzialmente da due parti: una fissa (statore) e una mobile (rotore). La funzione primaria dell’alternatore è quella di produrre energia elettrica utilizzando la potenza erogata dal motore dell’auto al fine di ricaricare la batteria (talvolta può anche fungere da motorino di avviamento).
Lo statore è un cilindro cavo all’interno del quale si trova l’elemento rotante; quest’ultimo è costituito da un elemento a forma di stella che genera un campo magnetico per mezzo di elettromagneti o magneti permanenti (che, rispetto ai primi, non hanno bisogno di una fonte di alimentazione). All’interno dello statore si trovano i conduttori sul quale viene indotta la forza elettromotrice creata dal campo magnetico.
Il funzionamento alternatore è, nel complesso, piuttosto semplice ma è possibile soltanto quando il motore è acceso. L’alternatore è collegato al motore tramite una cinghia; quest’ultima è l’organo che trasmette la forza generata dal propulsore al rotore, facendo sì che questi si muova in senso rotatorio.
Il principio fisico alla base dell’azione dell’alternatore si fonda sulla cosiddetta Legge di Faraday per cui un corpo conduttore che si muove all’interno di un campo magnetico sviluppa una forza elettromotrice; questa inverte la propria polarità quando si muove sotto poli magnetici opposti. Nell’alternatore, con il magnete rotante sul rotore e i conduttori (sotto forma di bobine), il campo magnetico attraversa i conduttori e crea la forza elettromotrice che genera l’impulso meccanico che fa muovere il rotore.
Alternatore guasto: quali sono i sintomi e le cause
Per via della sua funzione, l’alternatore è uno degli elementi cruciali per il corretto funzionamento dell’auto. Soprattutto – ma non solo – per questa ragione, è bene prestare particolare attenzione sia alle sue condizioni sia a quei ‘sintomi’ che potrebbero essere indice di un malfunzionamento.
Se l’alternatore è del tutto fuori uso, è molto probabile che non si riesca a mettere in moto l’auto: in casi del genere è necessario affidarsi a figure specializzate che procedano alla sostituzione dell’intero elemento così da ripristinare la piena funzionalità del gruppo motopropulsore. Diverso il caso in cui l’alternatore funziona ma non in maniera corretta.
In genere, nelle auto di più moderna generazione, c’è una spia luminosa sul cruscotto che si illumina quando l’alternatore funziona in maniera errata. Poiché l’icona rappresenta una batteriastilizzata, molti credono che la spia si attivi per segnalare un problema relativo a quest’ultima mentre, in realtà, serve ad indicare principalmente un problema all’alternatore.
Le principali disfunzioni dell’alternatore riguardano il flusso di energia elettrica prodotto; se questi non è sufficiente, la batteria si scarica più rapidamente del previsto (dovendo sopperire allo scompenso di energia); se, di contro, l’alternatore produce una carica eccessiva, per via di una qualche alterazione durante il processo di conversione dell’energia, può provocare degli scompensi al sistema elettrico od ai dispositivi alimentati da energia elettrica presenti nella vettura.
Per capire se l’alternatore funziona in maniera corretta o meno, basta far attenzione ad alcuni segnali. Quello più chiaro arriva, ovviamente, dalla strumentazione di bordo presente nell’abitacolo: se la spia della batteria si illumina anche quando l’auto è in movimento con il motore acceso, è consigliabile recarsi presso l’officina più vicina per un controllo e l’eventuale manutenzione necessaria.
Altro indicatore di un malfunzionamento è l’intensità dei fari: se i proiettori dei gruppi ottici appaiono sempre meno intensi (così come le spie luminose della strumentazione) è probabile che l’alternatore non funzioni come dovrebbe.
Le cause che possono comportare questo genere di scompensi sono diverse: l’usura della cinghia alternatore, dei cuscinetti che consentono all’elemento mobile di ruotare all’interno dello statore o delle pulegge dell’alternatore; inoltre, è possibile che il cattivo funzionamento derivi anche dall’usura o dal deterioramento dei vari cavi e cablaggi connessi al meccanismo principale.
Sostituire l’alternatore, quanto costa
Qualora emerga la necessità di sostituire l’alternatore, è bene rivolgersi a figure specializzate. L’operazione è piuttosto complessa e coinvolge una componente particolarmente importante; per tanto è bene evitare il fai da te o soluzioni poco professionali.
Per quanto concerne le spese da sostenere, bisogna mettere in conto sia il costo alternatore auto, sia la manodopera. Per quanto concerne quest’ultima, dipende dalle tariffe applicate dall’officina alla quale ci si rivolge.
L’alternatore in sé, invece, è acquistabile anche on-line (presso rivenditori specializzati nel settore). I prezzi dipendono sia dall’azienda che produce l’intero dispositivo (Adi, Bolk, Magneti Marelli e Valeo sono le più diffuse) sia dal modello di auto sul quale dovrà essere installato. Come molte altre componenti meccaniche, anche gli alternatori sono compatibili solo con uno o alcuni modelli di autovettura, in genere accomunati dal fatto di montare lo stesso motore o di essere prodotti da Case costruttrici appartenenti al medesimo gruppo.
Il range di prezzi è piuttosto ampio e va da un minimo di poco superiore ai 30 euro ad un massimo di poco superiore ai 300 euro. In alcuni casi, il prezzo al dettaglio può arrivare a sfiorare i 1000 euro. Ad ogni modo, la spesa per la sostituzione dell’alternatore, in genere, va sostenuta non più di una volta nel corso del ciclo vitale di un’auto dal momento che – di solito – è consigliabile rimpiazzarlo in maniera preventiva una volta percorsi circa 150mila km, anche se non vi sono chiari sintomi di malfunzionamento come quelli sopra descritti.
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