Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enzo Amendola, ha commentato le elezioni francesi e la vittoria di Macron.
La vittoria di Emmanuel Macron ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti gli europeisti che avevano paura di una possibile Frexit causata dall’ingresso all’Eliseo di Marine Le Pen. Per fortuna, tale ipotesi è stata evitata. Ma non bisogna cantare vittoria, almeno stando alle parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enzo Amendola.
Le parole di Amendola
In merito al significato della vittoria di Macron per l’Europa, Amendola ha detto: “L’Europa oggi tira un sospiro di sollievo. Le Pen proponeva un’uscita di fatto dall’Unione europea, un ritorno al passato con la supremazia del diritto nazionale su quello europeo. Noi europeisti crediamo in un’Europa in cui la sovranità è condivisa, con poteri e risorse comuni. Vuole dire che servono una politica estera e di difesa comuni, una Ue dell’energia e più strumenti solidali. Il voto francese però non è stato solo un referendum sull’Europa. Il messaggio che arriva è anche una forte domanda di protezione sociale“.
Riguardo i rapporti tra Le Pen e Putin, il sottosegretario ha dichiarato: “Non dimentico che negli ultimi anni la fascinazione per la democrazia illiberale di Putin, con la critica alla fragilità e all’inconcludenza europea, aveva coagulato un fronte sovranista diffuso che usava le stesse parole d’ordine. Dinanzi alle scene di Mariupol, continuo a pensare che sia saggio tenersi stretta la democrazia europea, nonostante i suoi difetti“.
Considerando le simpatie di Salvini per Le Pen, in molti si sono chiesti se questo risultato non fosse una batosta anche per il leader leghista. A tal proposito, Amendola ha dichiarato quanto segue. “Sinceramente non saprei se Salvini sia più interessato ad alleanze con Le Pen e Orban o a costruire un nuovo centrodestra europeo. Credo che le famiglie politiche tradizionali debbano evolvere analogamente al salto di qualità richiesto all’integrazione europea. Il campo progressista deve allargarsi e risolvere le cause dell’affermazione del populismo. Le forze politiche imperniate su un leader, che sia Macron o Le Pen, non bastano. Mi auguro che anche la destra italiana aspiri a guidare una “Ue sovrana” e non solo a sostenere leader di altri Paesi che fanno campagne elettorali contro Bruxelles”.