L’Angelus di Papa Francesco di domenica 25 aprile. Il Pontefice sui migranti morti in mare: “Sono persone, sono vite umane”.
CITTA’ DEL VATICANO – “Centrotrenta migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane, che per due giorni interi hanno invocato un aiuto che non è mai arrivato“, così Papa Francesco in un passaggio dell’Angelus di domenica 25 aprile.
Il Pontefice nel suo discorso ha usato parole molto dure nei confronti dei governi: “E’ il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e sorelle e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Preghiamo anche per coloro che possono aiutare, ma preferiscono guardare da un’altra parte […]“.
Il ricordo di José Maria Gran Cicera
Il Pontefice nell’Angelus ha ricordato anche José Maria Gran Cicera, beatificato insieme ad altri nove compagni martiri. “Si tratta di tre sacerdoti – ha spiegato Bergoglio – e sette laici della Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù, uccisi tra il 1980 e il 1991, tempo di persecuzione contro la Chiesa Cattolica impegnata nella difesa dei poveri. Animati dalla fede in Cristo, sono stati eroici testimoni di giustizia e di amore. Il loro esempio ci renda coraggiosi nel vivere il Vangelo“.
“Esprimo la mia vicinanza alla popolazione delle Isole di Saint Vincent e Grenadine, dove un’eruzione vulcanica sta provocando gravi danni e disagi – ha aggiunto – e sono vicino anche alle vittime dell’incendio di un ospedale per i malati di Covid a Baghdad“.
Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
“Oggi – ha concluso – si celebra in tutta la Chiesa la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Ringraziamo il Signore perché continua a suscitare nella Chiesa persone che per amore di Lui si consacrano all’annuncio del Vangelo e al servizio dei fratelli […]. E questa mattina ho ordinato nuovi sacerdoti. Saluto in particolare le loro famiglie, ma anche tutti i romani e i pellegrini […]“.