“Chi imbratta paga!”: il ddl eco-vandali è legge

“Chi imbratta paga!”: il ddl eco-vandali è legge

Il disegno di legge è stato approvato alla Camera dei Deputati: il ministro Sangiuliano esulta, mentre le opposizioni protestano.

Il disegno di legge contro gli eco-vandali è diventato legge, con 138 voti a favore, 92 contrari e 10 astenuti. La Camera dei Deputati ha dato il via libera alla normativa, che prevede sanzioni amministrative più pesanti contro chi deturpa i monumenti: “Una bella giornata per la cultura italiana”, dichiara il ministro Gennaro Sangiuliano.

Cosa prevede il Ddl eco-vandali?

Dopo gli ultimi fatti inerenti, tra i tanti, alle azioni di Ultima Generazione, hanno spinto il governo italiano ad intervenire per proteggere i monumenti che spesso vengono presi di mira dagli attivisti, coinvolti nelle loro manifestazioni a sostegno dell’ambiente. Si ricorda l’ultimo attacco all’Albero di Gucci a Milano, preceduto dall’azione avvenuta alla Basilica di San Marco, a Venezia.

La norma approvata alla Camera dei Deputati, prevede sanzioni molto più alte delle multe esistenti, che vanno ad aggiungersi a quelle di natura penale, che già prevedono la reclusione da sei mesi a cinque anni. La nuova sanzione amministrativa, che oscillerà tra i 20 e i 60 mila euro, colpirà chi distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui”.

Sangiuliano gioisce: “Finalmente!”

I proventi delle sanzioni saranno devoluti al Ministero della Cultura, affinché siano impiegati prioritariamente al ripristino dei beni danneggiati. Il Ministro dei Beni Culturali, Gennaro Sangiuliano, ha accolto con entusiasmo l’approvazione del disegno di legge, definendolo un “fondamentale traguardo”.

Il ministro ha sottolineato che “chi arrecherà dei danni al patrimonio culturale e paesaggistico sarà costretto a pagare di tasca propria il costo delle spese per il ripristino integrale delle opere”, ricordando che colpire l’arte significa danneggiare anche la natura, “perché in virtù dell’antropizzazione del paesaggio alcuni luoghi o monumenti sono diventati parte integrante delle nostre città”.

Le opposizioni protestano

Le opposizioni, tuttavia, hanno criticato la legge, sostenendo che il governo non tollera il dissenso. Trovandosi in disaccordo con la prospettiva di Sangiuliano, Andrea Orlando (Pd) e Nicola Fratoianni (Avs), hanno sostenuto che l’inasprimento delle pene non è giustificato, in quanto i danni fatti dagli attivisti per il clima non sono permanenti.

I deputati hanno inoltre sottolineato che una legge che tutela il patrimonio culturale esiste già, e che inasprire le pene con sanzioni penali e amministrative è solo una bandierina repressiva. Dal Pd, Duro Arturo Scotto chiosa: “Come si fa a criticare la protesta quando la presidente del Consiglio, quando era all’opposizione, definiva le tasse pizzo di Stato?”.