Al via allo Spallanzani di Roma i test sulla somministrazione della seconda dose con un vaccino diverso a chi ha fatto la prima con AstraZeneca.
La seconda dose con un vaccino diverso da AstraZeneca: sono iniziati allo Spallanzani di Roma i test sull’intercambiabilità dei vaccini a disposizione. E per questo test, ed è la seconda notizia di particolare rilievo, sarà utilizzato anche il vaccino russo Sputnik.
AstraZeneca, seconda dose cn un vaccino diverso. Iniziati i test allo Spallanzani
L’inizio della fase di sperimentazione è stato annunciato da Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto. I test saranno condotti su seicento volontari. Si tratta di soggetti che hanno ricevuto la prima dose con AstraZeneca e che riceveranno un vaccino diverso in occasione della seconda somministrazione. Ovviamente la sperimentazione è stata autorizzata dall’Aifa.
Ricordiamo che, almeno per il momento, chi ha ricevuto la prima dose con AstraZeneca non riceverà un vaccino diverso in occasione della seconda somministrazione. L’Italia, dopo la valutazione dell’Ema sui casi di trombosi, non ha vietato la somministrazione agli under 60, ma ha semplicemente indicato gli over 60 come destinatari prioritari del vaccino. Questo perché in persone con più di 60 anni sono stati registrati meno eventi avversi del previsto.
L’impatto della sperimentazione sulla campagna di vaccinazione
Si tratta evidentemente di un lavoro di grande importanza che potrebbe migliorare la campagna di vaccinazione in Italia. Campagna di vaccinazione che in realtà stenta a decollare ma che potrebbe iniziare ad entrare a regime tra la fine del mese di aprile e l’inizio del mese di maggio.
Proprio AstraZeneca rappresenta una delle note dolenti della campagna di vaccinazione. Il vaccino è circondato da una certa sfiducia dopo che l’Ema ha reso noto che un legame tra la somministrazione del vaccino e i rari casi di trombosi è probabile. Inoltre la società si è distinta per i ritardi e rinvii nella consegna delle dosi all’Unione europea. Al punto che si profila una battaglia legale tra Bruxelles e la società, che non si sarebbe impegnata al massimo per mantenere fede ai suoi impegni. Tradotto, l’Ue si ritrova con molte meno dosi di quelle previste. E questo è evidentemente un problema rilevante.