A partire da un modello di serie è possibile, grazie a poche modifiche, realizzare un’auto camperizzata per vacanze on the road a basso costo.
Sono molti gli appassionati che scelgono di trascorrere le vacanze estive (e non solo) in modalità ‘on the road’. Le soluzioni per questo tipo di esperienza sono diverse: una roulotte, camper o un’auto camperizzata. Quest’ultima rappresenta di certo l’opzione più economica benché limitata e più adatta a spostamenti brevi che non a viaggi lunghi o vacanze vere e proprie. Fatta questa premessa, vediamo di seguito di cosa si tratta.
Cos’è un’auto camperizzata
Un’auto camperizzata è un’autoveicolo di serie il cui abitacolo è stato modificato per assumere caratteristiche simili a quelle di un camper. Lo stesso processo può essere realizzato utilizzando un furgone di piccole e medie dimensioni. Nello specifico, un furgone camperizzato – così come un’auto, viene modificata solo all’interno, lasciando inalterata la parte anteriore dell’abitacolo, ossia quella in cui i comandi per la guida.
Il mezzo si definisce ‘camperizzato’ perché, al termine del processo di trasformazione, è in tutto e per tutto simile ad un camper dal momento che la motrice è inclusa nella carrozzeria che comprende anche la cellula abitativa.
Scegliere l’auto da camperizzare
La camperizzazione parte sempre dal medesimo presupposto: la scelta del veicolo da modificare. Le ‘basi’ migliori dalle quali partire sono, in genere, i veicoli più ‘generosi’ in termini di dimensioni. Le auto camperizzabili per eccellenza sono le monovolume a cinque o sette posti. Il motivo è semplice: rispetto ad altri segmenti, le monovolume rappresentano quasi sempre un’opzione low cost, dal momento che quasi tutte le Case automobilistiche le hanno rimosse dai propri listini per sostituirle con un SUV di grandi dimensioni.
Ciò vuol dire che sarà piuttosto facile reperire un modello di seconda mano, non particolarmente anziano, acquistabile a poco prezzo. In aggiunta, non si tratterà di vetture di particolare pregio, per cui le modifiche di camperizzazione non ne intaccheranno più di tanto il valore. A seconda del tipo di modifiche che si intende realizzare, è possibile optare anche per una station wagon, che offre maggiore spazio in lunghezza (ideale per predisporre uno o due posti letto) ma meno in larghezza e altezza.
Camperizzazione auto: il procedimento passo per passo
Una volta individuato il veicolo sul quale intervenire, si può procedere in concreto a realizzare tutte le modifiche per trasformare la propria auto o il proprio minivan in un camper. È necessario anzitutto procurarsi il materiale e gli attrezzi necessari: pannelli di legno sagomati su misura e gli arnesi necessari a fissarli tra loro.
Per allestire un’auto camperizzata fai da te, la prima cosa da fare è rimuovere i sedioli della seconda fila (eventualmente anche della terza, se presenti). Lo spazio così ottenuto, assieme a quello addizionale del vano porta bagagli, rappresenterà l’area di lavoro per la camperizzazione. L’ideale è che la superficie sia sgombra e completamente in piano; se le guide per lo scorrimento dei sediolini sporgono rispetto al piano, possono essere utilizzati come incastri per i pannelli divisori.
In genere, si procede anzitutto ad individuare e delimitare lo spazio che verrà destinato a fungere da cellula abitativa. Per questo, vanno sagomati e fissati due pannelli trasversali, ai quali vanno poi fissati con delle viti (magari utilizzando anche delle placche metalliche angolari forate). Questa ‘scatola’ esterna viene poi suddivisa in una serie di vani interni, ciascuno dei quali verrà utilizzato per riporre un oggetto specifico. Al di sopra dell’area divisa dai pannelli è necessario sistemare un’ulteriore pannellatura, sagomata a seconda degli spazi a disposizione e realizzata in maniera tale da rendere gli oggetti riposti nei vani sempre accessibili.
A tal proposito, su ciascun lato dei pannelli intermedi è necessario realizzare delle guide che permettano agli sportelli di scorrere e restare aperti.
Negli allestimenti più complessi è possibile includere anche un WC da campeggio (o da barca), completamente asettico, posizionato in modo tale da non interferire con il piano del soppalco. Si tratta di una soluzione d’emergenza, da usare solo in caso di estrema necessità, che consente di affrontare gli spostamenti più lunghi con maggiore serenità.
Dal lato del portellone posteriore è inoltre possibile predisporre uno o più piani scorrevoli, in modo tale da avere a disposizione un piano di appoggio esterno. Se la camperizzazione viene effettuata senza rimuovere la seconda fila di sediolini, bisogna assicurarsi che il soppalco risulti in pari con i sedili abbattuti, così da poterli utilizzare come supporto per il materasso gonfiabile.
I kit camperizzazione auto
In commercio è possibile reperire numerosi accessori per la camperizzazione. Si tratta, per lo più, di ‘aggiunte’, utilizzabili all’esterno (come ad esempio le tende da agganciare ai mancorrenti del tetto) oppure di accessori ad hoc per l’abitacolo (materassini gonfiabili e simili).
Per il comfort degli interni, è possibile optare anche per un mini frigo portatile.
Camperizzare auto normativa: omologazione e circolazione su strada
In Italia non esiste una normativa specifica relativa alle auto camperizzate. Per delineare lo ‘status’ di questo genere di veicoli è necessario individuare tutti i riferimenti ‘utili’, sia normativi che giurisprudenziali.
Il Codice della Strada (articolo 47) suddivide i veicoli in tre categorie principali (comprendenti diverse sottocategorie):
- M (trasporto persone);
- N (trasporto merci);
- O (rimorchi).
I camper ‘tradizionali’ (‘autocaravan‘, in gergo tecnico) sono veicoli di categoria M1, ovvero “veicoli destinati al trasporto di persone, aventi al massimo otto posti a sedere oltre al sedile del conducente“. Per tanto, se il veicolo era già omologato nella medesima categoria, non si pongono particolari problemi di sorta.
Secondo la Direttiva dell’Unione Europea 2007/46, recepita con Decreto ministeriale del 28 aprile 2008, i camper devono essere dotati di tavoli e posti a sedere (anche se ottenuti mediante superfici ribaltabili), mentre il bagno non è strettamente necessario.
Diverso, dal punto di vista normativo, il discorso per quanto riguarda i furgoni camperizzati. Poiché sono considerati veicoli di categoria N, per la Legge italiana non è possibile omologarli come veicoli di categoria M1 ma bisogna seguire un iter piuttosto complesso, che prevede la richiesta di nulla osta da parte della Casa costruttrice, la certificazione della realizzazione degli interventi e la re-immatricolazione del veicolo presso la Motorizzazione Civile.