Il governo lavora ad un decreto per sostenere e rilanciare il mondo dell’auto. Si valuta un piano nazionale per la gestione della transizione.
Non solo caro bollette. Il governo è al lavoro su un nuovo decreto per rilanciare il settore delle auto, rallentato della crisi dei chip e della crisi economica legata all’emergenza sanitaria. A Palazzo Chigi, dopo l’allarme lanciato dai sindacati del settore, è andato in scena un vertice per fare il punto della situazione sulle condizioni del settore e per valutare gli interventi che potrebbero essere messi in atto per fronteggiare l’emergenza.
Auto, settore in crisi: l’appello dei sindacati
I lavori sono iniziati dopo che i sindacati del settore hanno lanciato l’allarme sulla crisi dei microprocessori e sulle criticità legate alla transizione verde, che rischia di essere insostenibile per le case automobilistiche. I sindacati hanno chiesto un incontro urgente al Presidente del Consiglio “per valutare insieme le condizioni e le possibili iniziative da attivare“. “Il rischio di deindustrializzazione – proseguono i sindacati del settore – è concreto. Occorre mettere in campo tutte le azioni difensive necessarie e guardare all’opportunità di rilancio e sviluppo del settore“.
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Il governo lavora ad un nuovo decreto
Alla luce della situazione emergenziale, il governo è al lavoro su un nuovo decreto o su un nuovo pacchetto di misure che potrebbe essere inserito nel nuovo decreto contro il caro-bollette.
A Palazzo Chigi è andata in scena una lunga riunione alla quale hanno partecipato Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Franco, Giovannini, Giorgetti e Cingolani. Nel corso del vertice i ministri competenti hanno fatto il punto della situazione sulla crisi del settore dell’auto e hanno avviato l’analisi delle proposte ideate per sostenere il settore.
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Le ipotesi a vaglio del governo: si valuta un piano nazionale per la gestione della transizione
Tra le ipotesi al vaglio del governo c’è quella di mettere a punto un piano nazionale per la gestione della transizione, come fatto da quasi tutti i Paesi europei. Il piano serve per sostenere il settore di fronte alla rivoluzione verde che ha costi elevati e incassi ridotti.