Borsa 6 agosto 2020. Gli indici europei chiudono in rosso. Piazza Affari ha lasciato per strada l’1,34%.
MILANO – Borsa 6 agosto 2020. Dopo un inizio di settimana in positivo, gli indici europei hanno subito un rallentamento in questo primo giovedì del mese con il rischio di un ritorno dell’epidemia che continua a pesare sui mercati.
Le buone notizie arrivano dagli Stati Uniti con le richieste di disoccupazione che nell’ultima settimana sono state 1,19 milioni, un numero inferiore rispetto a quanto preventivato da Wall Street. Un dato che dovrebbe dare una spinta importante agli indici americani.
Borse Ue in rosso
Giornata negativa per quanto riguarda i listini europei. Milano al termine della seduta ha perso l’1,34%, confermandosi la peggiore nel Vecchio Continente. Male anche Londra (-1,27%), Francoforte (-0,39%), la migliore, Francoforte (-0,98%).
Per quanto riguarda i mercati asiatici Tokyo ha lasciato per strada lo 0,43% mentre alla chiusura dei mercati del Vecchio Continente. Come preventivabile, andamento positivo per quanto riguarda le piazze americane. Il migliore questa volta è stato il Nasdaq (+1%) mentre il Dow Jones ha avuto un progresso dello 0,68%.
Spread in calo
Spread in calo. La chiusura è stata fatta a 152 punti con il rendimento decennale pari a 0,98%. L’euro si conferma stabile passando di mano a 1,1862 dollari.
Nelle materie prime l’oro continua a correre con i futures che sono saliti a 2.055 dollari l’oncia. Il petrolio ha chiuso in rialzo a 42,32 dollari al barile (+0,31%).
Giovedì difficile per i mercati
E’ stato un giovedì non semplice per i mercati europei che hanno chiuso la giornata in rosso. Andamento negativo condizionato anche dall’andamento del coronavirus in Italia che continua a ‘pesare’ sulle piazze. Percorso diverso, invece, negli Usa con il calo della domanda di disoccupazione che ha consentito agli indici di proseguire con il cammino intrapreso nelle settimane scorse. Venerdì 7 agosto ultima giornata di questa settimana decisiva per capire l’andamento complessivo della borsa.
