Nuove pesanti accuse nei confronti dei carabinieri di Piacenza arrestati a luglio: i militari avrebbero lasciato seminudo un fermato nel cortile della caserma.
PIACENZA – I carabinieri della caserma Levante, finiti in manette nello scorso luglio, dovranno rispondere anche dell’accusa di tortura.
Carabinieri Piacenza, accusa di tortura
A quattro militari è contestato il reato di tortura, in relazione al fermo di un giovane che sarebbe stato schiaffeggiato e poi lasciato seminudo nel cortile della caserma.
La contestazione è nei confronti di Giuseppe Montella, Daniele Spagnolo, Salvatore Cappellano e Giacomo Falanga. Tra gli episodi da cui partirebbe l’accusa, anche gli schiaffi inferti a un ragazzo di 19 anni, poi lasciato seminudo nel cortile della caserma Levante. Tutti gli accusati hanno risposto alle domande poste, tranne Orlando che si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Operazione “Odysseus”
L’inchiesta, denominata “Odysseus“, è venuta alla ribalta in estate: per sei mesi la Guardia di finanza, diretta dalla Procura della Repubblica di Piacenza, ha messo gli occhi sulla caserma Levante.
Una indagine che ha portato – prima volta – al sequestro di una stazione dei carabinieri. Dieci militari sono stati sottoposti a misure restrittive: sei in arresto, per tre obbligo di presentazione alla polizia, per uno obbligo di dimora. I reati contestati vanno dal traffico di droga all’estorsione e agli arresti illegali fino alla tortura.
Tutto è nato da un’indagine sul traffico e lo spaccio di stupefacenti, che vedrebbe fra i suoi esponenti di spicco un graduato dei carabinieri, in servizio presso la stazione Piacenza Levante, che sfruttando la sua divisa avrebbe gestito un’attività di spaccio attraverso pusher di sua fiducia.