Caso Schwazer, il Tribunale di Bolzano chiede l’archiviazione. Il marciatore stato condannato per doping in via definitiva.
ROMA – Importante novità per quanto riguarda il caso Schwazer. Il Tribunale di Bolzano ha chiesto l’archiviazione del caso.
Precedentemente il Tribunale Losanna aveva condannato in via definitiva il marciatore per doping che dovrà scontare una squalifica di otto anni.
Rigettata la richiesta della sospensione della squalifica
Il Tribunale di Losanna aveva rigettato la richiesta della difesa del marciatore italiano che chiedeva la sospensione della squalifica per prendere parte alle prossime Olimpiadi.
Secondo quanto precisato dall’Agi, la risposta negativa dei giudici è arrivata nella giornata di lunedì 9 dicembre 2019. Svanito, quindi, il sogno Tokyo per Schwazer che continuerà la sua battaglia per dimostrare l’estraneità ai fatti.
Le varie ipotesi
Sono quattro le ipotesi avanzate dal colonnello dei Ris. Tra queste resta viva quella della manomissione ma c’è anche la possibilità di una variazione per l’uso di doping, la presenza di una patologia e il super allenamento ma la prima e la terza non sono appoggiate dai dati a riguardo.
La difesa di Alex Schwazer
In Aula a settembre era presente anche Alex Schwazer. Nessuna dichiarazione del diretto interessato al termine della lunga udienza ma prima di entrare in Tribunale l’atleta aveva ribadito la sua intenzione di non mollare: “Se dovrò aspettare – aveva sottolineato ai giornalisti presenti citato da La Gazzetta dello Sport – aspetterò anche sei mesi. Lo sto facendo da tre anni e un ulteriore rinvio non cambierebbe nulla. Ma una cosa è certa: io non mollo“.
Caso Schwazer, il Tribunale di Bolzano chiede l’archiviazione
Nel mese di febbraio 2021 il caso Schwazer si arricchisce di un nuovo colpo di scena: il Tribunale di Bolzano ha infatti chiesto l’archiviazione del caso in quanto l’atleta non avrebbe commesso il fatto.
Il giudice ha accolto la richiesta del pm e ha contestato le decisione di Iaaf e Wada che avrebbero agito in maniera opaca nei confronti dell’atleta italiano. Il giudice inoltre ritiene credibile l’ipotesi secondo cui i campioni di urina prelevati nel 2016 sarebbero stati manomessi per far risultare Schwazer positivo al doping.
La soddisfazione di Schwazer
Alex Schwazer ha accolto con grande entusiasmo la decisione del Tribunale di Bolzano.
“Sicuramente ero molto contento perché aspettavo questo momento da quattro anni e mezzo. Finalmente tutti gli sforzi compiuti avevano determinato un risultato importante“, ha dichiarato l’atleta ai microfoni dei il Corriere della Sera.
Wada, “Inorriditi dalle accuse spericolate e prive di fondamento”
Non si è fatta attendere la replica della Wada, agenzia mondiale antidoping. Con un tweet pubblicato sul proprio profilo ufficiale, Wada comunica di aver “preso atto con grave preoccupazione dei commenti fatti da un giudice del tribunale di Bolzano nella decisione sul caso penale nei confronti del marciatore Schwazer. Il dispositivo della sentenza è lungo e articolato e necessiterà di essere valutato nella sua completezza, la Wada è inorridita dalle numerose accuse spericolate e prive di fondamento“.
“Nel corso del dibattimento Wada ha fornito prove travolgenti corroborate da esperti indipendenti che il giudice ha rigettato in favore di teorie prive di sostanza. Wada era parte civile in questo procedimento ed era impegnata nel compito di assistere la Corte nella definizione della sua sentenza. L’agenzia resta ferma nelle prove che ha fornito e rigetta nei termini più decisi le critiche diffamatorie contenute nella sentenza. Una volta che tutto il provvedimento sarà stato analizzato, Wada valuterà tutte le opzioni disponibili inclusa l’azione legale che sarà possibile intraprendere“.
WADA statement on judge comments in Schwazer case ⤵️ pic.twitter.com/3TPIFe4Raf
— WADA (@wada_ama) February 18, 2021
Niente Giochi di Tokyo
La World Athletics ha comunicato che Schwazer non potrà gareggiare fino al 2024, quindi fino alla scadenza della squalifica per doping. Saltano quindi le prossime Olimpiadi per l’atleta azzurro nonostante la richiesta del Tribunale di Bolzano e i dubbi sollevati sulla squalifica comminata al marciatore.