Caso Tav, annullare gli accordi potrebbe diventare un reato
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Direttore: Alessandro Plateroti

Caos Tav, dire no all’opera potrebbe essere un reato

Corteo No Tav

Caso Tav, dire no potrebbe comportare un reato. E l’interesse nazionale potrebbe diventare una violazione per annullamento degli accordi per interesse privato.

Il caso Tav continua ad agitare la politica italiana ma anche l’Unione europea, ancora in attesa di capire le intenzioni del governo italiano circa la realizzazione dell’opera. Se Lega e Movimento Cinque Stelle dovessero decidere di tenere fede agli accordi giù firmati, l’Ue procederebbe con il versamento dei fondi. Se invece dovesse decidere di rivedere (o annullare) gli accordi, allora la musica cambierebbe e di molto.

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Dire no alla Tav potrebbe essere un reato per l’annullamento degli accordi stipulati

Ma gli accordi possono essere bloccati con un semplice no da parte di uno o più ministri? Legislatura alla mano, no. I ministri hanno bisogno del via libera delle Camere per poter procedere alla modifica degli accordi firmati. In caso contrario potrebbero essere addirittura chiamati e costretti a rispondere personalmente della decisione. Anche dal punto di vista economico.

Per quanto riguarda il fascicolo Tav, dunque, annullare un accordo stipulato per l’opposizione di un ministro (Danilo Toninelli in questo caso) non sarebbe possibile, neanche per le motivazioni addotte dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, in seguito all’analisi costi-benefici, è arrivato alla conclusione che l’opera non sarebbe più conveniente per l’economia dello Stato. In questo caso si tratterebbe di un ministro che, senza l’accordo delle Camere, si macchierebbe di inadempienza contrattuale, una violazione che potrebbe sfociare in un reato.

Danilo Toninelli
Danilo Toninelli

I ministri del no alla Tav potrebbero essere chiamati a risarcire i danni

Nel caso in cui il fascicolo Tav dovesse arrivare nelle aule dei Tribunali, la Corte dei Conti potrebbe indicare la persona che ha annullato l’accordo come persona che ha procurato un danno e che potrebbe essere tenuto a risarcirlo. Per la stessa logica le Regioni favorevoli alla realizzazione dell’opera potrebbero chiedere un risarcimento a Toninelli (nel caso in cui dovessero essere chiusi i cantieri della Tav).

Nel caso di annullamento dell’accordo, il rischio principale, che si tradurrebbe in una beffa,è che l’Unione europea possa chiedere alla Francia di proseguire con i lavori ma addebitando comunque all’Italia la sua parte di costi, questo perché il governo francese potrebbe difendersi affermando di aver aperto e portato avanti i cantieri solo in virtù dell’accordo stipulato con il governo italiano.

La difesa del nostro Ministero dell’Interno si fonderebbe sul concetto di interesse nazionale, che dal punto di vista legale potrebbe tradursi nel reato di interesse privato. Difficile ma non impossibile.

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ultimo aggiornamento: 4 Marzo 2019 10:09

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